La filosofia nello Studio francescano del Santo a Padova
Nota: L'acquisto on-line verrà gestito attraverso il sito LIBRERIA DEL SANTO. Il volume può essere richiesto anche direttamente al Centro Studi Antoniania inviando una email a info@centrostudiantoniani.it
dalla PREFAZIONE dell'Autore
Sebbene del tutto occasionali, cioè non programmati secondo un piano sistematico di ricerca, gli studi qui raccolti dovrebbero egualmente consentire la ricostruzione di un certo profilo dell'antica Scuola teologica del Santo nelle sue tendenze e scelte filosofiche fondamentali. Si tratta di una speculazione che nell'arco di alcuni secoli si è cimentata con i più profondi problemi dl pensiero su Dio, l'uomo, il mondo. Essa trae la sua origine dalla presenza e dall'opera dello stesso sant'Antonio, il dotto agostiniano venuto dai celebri monasteri di Lisbona e Coimbra cui s. Francesco, così renitente verso l'apertura dei suoi frati agli studi, non esitò ad affidare l'incarico d'insegnare la teologia, poiché aveva scorto in lui l'ideale di un sapere non nocivo alla pietà né incomponibile con la testimonianza della povertà nei mezzi e nello spirito, che il santo fondatore voleva come gemma inalienabile nel cuore dei suoi figli.
La lezione di frate Antonio non venne mai meno, anche se fu presto arricchita dai nuovi apporti provenienti dal rinnovamento della tradizione agostiniana operato da s. Bonaventura, e nella prima metà del Trecento abbracciò con entusiasmo e con fedeltà indefettibile la sintesi filosofico teologica di Giovanni Duns Scoto, il primo vero filosofo francescano che, classicamente, portò al massimo la tensione dialettica della ragione umana, mostrandone la forza e il limite di fronte alle supreme verità metafisiche e rivelate. Accogliere l'insegnamento del Dottore Sottile per i francescani del Santo costituiva la nuova 'pietà del pensiero', situandosi così all'altezza delle medesime esigenze della razionalità laica, con la quale potevano in tal modo contendere riconoscendo non solo la magnificenza del dato immanente storico-mondano, ma avvertendo pure la necessità della trascendenza e di una ulteriore disponibilità al dono soprannaturale in cui la scienza diviene sapienza e brilla come salvezza. Il succedersi di questi tre magisteri, più che per rotture, avvenne al Santo per un accrescimento interiore, o in forma di una benefica integrazione di illuminazioni intellettuali distinte e complementari, in sintonia con le grandi svolte culturali che segnarono la scansione della vita nella Chiesa e nella società.
Aggregata alla Facoltà di teologia, istituita a Padova da Urbano V nel 1363, e dal Capitolo di Tolosa del 1373 subito promossa a «Studium generale» dell'Ordine, la Scuola del Santo vide passare al suo interno insignì maestri e studenti destinati a grandi carriere, gli uni e gli altri provenienti da tutte le Province francescane d'Europa, in un fecondo interscambio di cui è ancor oggi testimonianza la diffusione di manoscritti e stampati dei docenti padovani nelle biblioteche italiane e ultramontane dell'Ordine.
Alla luce della forte eredità scotiana e di una sempre rinnovata interpretazione del «Corpus aristotelicum», i professori del Santo superarono presto la suggestione del nominalismo occamista, elaborando una rigorosa ascensione razionale all'Ens infinitum in actu, quale risultato di una finissima analisi delle strutture e distinzioni dell'ens categoriale finito e di un'armoniosa antropologia dignificante la dimensione spirituale personale dell'individuo senza alterarne i confini. Per onore di bandiera, alla concorrente Scuola tomistica opposero con tenacia alcune dottrine tipiche del caposcuola sui processi logico-conoscitivi e sulla realtà e destino dell'uomo che appaiono anche oggi come una comune ricchezza del pensiero che sarebbe un reale impoverimento lasciar cadere.
Dalle cattedre pubbliche di teologia e di metafisica in via Scoti presso la facoltà delle Arti, per oltre tre secoli imposero ai colleghi laici dell'Università di Padova un duro confronto critico, esegetico e teoretico, sui testi di Aristotele e di Averroè contrastando il loro naturalismo fisici sta con la necessaria elevazione della ragione a una visione metafisica della totalità dell'esperienza, e confutando vigorosamente la lettura univocamente riduttiva e materialistica dell'intelletto unico per l'intera specie umana, degradante la persona singola nella sua possibilità conoscitiva e nel suo destino al rango degli animali. Al decreto di condanna dei professori che sostenevano tra il pubblico le dottrine averroistiche sull'unicità e mortalità dell'anima umana, sull'eternità del mondo e l'impossibilità della creazione ex nihilo, emanato dal vescovo Pietro Barozzi giusto cinque secoli fa, nel1489, la Scuola del Santo diede tutto il suo appoggio giuridico e speculativo con i suoi inquisitori e i suoi docenti universi tari, come si vedrà in alcuni saggi più avanti, e come lo stesso presule riconobbe esplicitamente scrivendone al Senato veneziano.
In questo volume il lettore troverà alquanto più sviluppato, assieme a quello epistemologico, quest'ultimo tema: la difesa dell'emergenza spirituale e dell'immortalità dell'uomo; l'aspetto più propriamente metafisica e quello logico sono stati illustrati altrove in monografie specifiche. Per prevenire possibili delusioni, si avverte qui all'inizio che questi saggi non presentano particolari apporti storici né ricerche originali d'archivio (il lettore noterà delle oscillazioni su qualche dato storiografico, allo stato attuale della mia informazione non ancora precisabile); tendono semplicemente a inquadrare nel loro contesto e valutare criticamente il pensiero di alcuni autori attraverso la lettura di opere che sono ancora citate, ma che quasi nessuno legge.
Poiché quando scrivevo i primi studi negli anni '60 compivo un lavoro quasi pionieristico, mentre nel quarto di secolo intercorso, fortunatamente, c'è stato un notevole interessamento e arricchimento bibliografico attorno alla collana «Fonti e studi per la storia del Santo a Padova» dell'editore Neri Pozza, e alle sezioni speciali dei Congressi internazionali scotistici, a partire da quello padovano del 1976, sono stato costretto ad aggiornare la bibliografia e a correggere qualche errore in cui ero in corso negli scritti più antichi, distinguendo però il materiale nuovo dalla prima redazione con delle aggiunte in nota tra parentesi quadre. Nell'appendice sono stati inseriti due interventi che completano la conoscenza della Scuola scotista del Santo nel suo ordinamento interno e nella sua connessione con gli altri pensatori dell'Ordine francescano, tutti presenti con una doviziosa raccolta di opere manoscritte (talvolta anche uniche) nella Biblioteca Antoniana.
Questa pubblicazione si pone solo come un inizio; altri autori e molti loro scritti meriterebbero di essere studiati e recuperati alla storia del pensiero. Come questo di Padova, parimenti dovrebbero venir portati al la conoscenza altri Studi francescani, con i loro docenti, le loro biblioteche; limitandoci soltanto a quelli italiani, pensiamo allo Studio dei Frari (a Venezia), di Bologna, Firenze, Siena, Assisi, Perugia, Napoli, Messina, Catania, Palermo, ecc.: si potrebbe allora percepire più nitidamente quanto il pensiero di Duns Scoto sia giovato alla Chiesa e alla causa della verità.
Padova, 13 giugno 1989
INDICE
Prefazione.
- Per una storia della cultura nel convento del Santo dal XIII al XIX secolo
- «Ratio» e «sapientia» nel pensiero di s. Antonio di Padova.
- La dimostrabilità del primo principio nel commento inedito di Pietro Filargo alle «Sentenze»
- Lo scotista patavino Antonio Trombetta (1436-1517)
- L'antiaverroismo della Scolastica padovana alla fine del secolo XV
- Scienza e filosofia nelle Scuole tomista e scotista all'Università di Padova nel sec. XV
- Del «filosofare nella schuola di Christo»
- Aristotelismo scotista tra Padova e Sicilia a metà del Cinquecento
- Un teologo di fronte alla cultura libertina del Rinascimento taliano: l'«Adversus impios atheos» di Filippo Fabri
- L'articolazione delle scienze nei commenti aristotelici degli scotisti padovani del Seicento.
- La natura della logica negli scotisti padovani del Seicento
- Una parafrasi dell'«Etica nicomachea» nel primo Settecento
Appendice
- Note di cultura nell'«Archivio Sartori»
- L'averroismo nella filosofia francescana
Nota bibliografica, Indice dei nomi.
Angelicum, LXVIII, 1991
La città cattolica, 1991
Salesianum, n. 4, 56, (1994)
Schede Medievali, n. 20-21, 1991