Rivista LVIII (2018) - fasc. 3

Studi e Testi
Sofia Stefani
pp. 335-362
Tra le inedite carte di Bernardo Gonzati (1808-1852). Vita, opere, interessi dello storico della basilica antoniana
II.18.3.01

SOMMARIO
Lo studio intende offrire una biografia aggiornata di Bernardo Gonzati (1808- 1852), frate minore conventuale al Santo, attraverso l’analisi del suo carteggio privato conservato alla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, a oggi privo di indagini.
Le oltre quattrocento lettere inviate per lo più al padre Vincenzo, stimato e noto collezionista vicentino, permettono di indagare una delle figure più esemplari della comunità antoniana durante la prima metà dell’Ottocento. Autore, assieme ad Antonio Isnenghi, della prima meditata guida in due tomi sulla basilica di Sant’Antonio (La Basilica di S. Antonio di Padova. Descritta ed illustrata dal padre Bernardo Gonzati M. C., coi tipi di Antonio Bianchi, Padova 1852-1853), realizzata sulla base di ricerche d’archivio e considerata nel tempo imprescindibile per la storia della chiesa, ricoprì svariate cariche divenendo ministro provinciale del Santo e commissario generale dell’Ordine dal 1843 al 1847. L’epistolario consente inoltre di ricostruire, anche se in minima parte, un periodo storico ancora in larga parte trascurato, segnato dalle dure leggi e soppressioni napoleoniche, dalla dominazione austriaca e dai primi moti risorgimentali, che apportarono profondi cambiamenti alle regole e alle abitudini dei frati del Convento antoniano.

Parole chiave: Gonzati Bernardo, OFMConv; Biblioteca Bertoliana Vicenza; Peruzzo Francesco, OFMConv; Gamboso Vergilio, OFMConv; Frati Minori Conventuali (OFMConv); Storiografia antoniana nell’Ottocento; Fonti e Carteggi al Santo; Comunità antoniana nell’Ottocento.

SUMMARY
The study intends to offer an updated biography of Bernardo Gonzati (1808- 1852), a conventual Friar Minor of the Basilica of St Anthony in Padua, through the study of his private correspondence kept in the Bertoliana town library of Vicenza. This biography was until today lacking in investigations. More than four hundred letters sent mostly to his father Vincenzo, an esteemed and weel-known collector of Vicenza, allow to investigate one of the most exemplary figure of the Antonian community during the first half of the nineteenth century.
Together with Antonio Isnenghi, he was the author of the first thought-out guide in two tomes on the Basilica of St. Anthony (La Basilica di S. Antonio di Padova. Descritta ed illustrata dal padre Bernardo Gonzati M. C., coi tipi di Antonio Bianchi, Padova 1852-1853), realized and based on archival research and considered in time absolutely necessary for the history of the church. Bernardo Gonzati held different positions: he became a Provincial Minister of The Saint and General Commissioner of the Order from 1843 to 1847. The collection of letters also permits in minimal part to restore a historical period largely neglected due to the harsh laws and Napoleonic suppressions, the Austrian domination and the first uprisings of The Risorgimento. All these events brought deep changes to the rules and habits of the friars of the Antonian abbey.

Keywords: Gonzati Bernardo, OFMConv; Peruzzo Francesco, OFMConv; Gamboso Vergilio, OFMConv; Conventual Minor Friars; Antonian community; Bertoliana Library Vicenza; Sources and correspondence to the Saint Antonio’s Basilica; Antonian historiography in the 19th century.
 

italiano
Marzia Ceschia
pp. 363-389
Istruzioni per diventare figli e discepoli. Orientamenti di due madri spirituali francescane: Angela da Foligno e Camilla Battista da Varano
II.18.3.02

SOMMARIO
Angela da Foligno (1248-1309) e Camilla Battista da Varano (1458-1524) rappresentano, nell’ambito della spiritualità italiana, due personalità affatto differenti per formazione culturale (Angela di famiglia benestante ma illetterata, Camilla nobile e singolarmente intrisa di cultura umanistica) e per contesto storico e religioso (ascrivibile al bizzoccaggio umbro la prima, clarissa dell’Osservanza francescana la seconda). Entrambe sono autrici di Istruzioni, scritti rivolti ai propri discepoli spirituali, per la loro formazione. Il presente contributo intende operare un raffronto tra le Instructiones della mistica foligante e le Istruzioni al discepolo della clarissa camerte, rilevando gli aspetti comuni e le peculiarità nell’esercizio della maternità spirituale da parte di entrambe, con attenzione alle dimensioni francescane che le due sante assumono ed esprimono.

Parole chiave: Angela da Foligno; Camilla da Varano; Spiritualità francescana; Maternità spirituale; Istruzioni: Mulieres religiosae; Clarisse; Osservanza.

SUMMARY
Angela da Foligno (1248-1309) and Camilla Battista da Varano (1458-1524), in the context of Italian spirituality, typify two entirely different personalities for their cultural education (Angela from a wealthy family but illiterate, Camilla noble and singularly imbued with humanistic culture ) and for historical and religious context (the first one pertaining to the Umbrian bizzoche movement, the second is a Poor Clare of the Franciscan Observance). Both of them are authors of Instructions, writings addressed to their spiritual disciples for their inner growth. The purpose of the present study is to carry out a comparison between the Instructiones written by the Mystic of Foligno and the Instructions to the disciple by the Poor Clare nun from Camerino, noting the common features and the peculiarities in their individual practice of spiritual motherhood, drawing attention to the Franciscan elements the two saints take on and express.

Keywords: Angela of Foligno; Camilla of Varano; Franciscan spirituality; Spiritual Motherhood; Instructions; Mulieres religiosae; Poor Clare; Franciscan Observance.

italiano
Alessandro Ratti
pp. 391-399
Antonio conosce e utilizza i testi di Francesco d’Assisi. Una citazione esplicita dell’ammonizione XIX nel sermone per la festa del Battista
II.18.3.03

SOMMARIO
Lo studio, sulla scorta delle ricerche volte a mostrare il volto minoritico dei Sermoni di sant’Antonio, si concentra sui testi dei Festivi, dove sono maggiormente abbondanti le caratteristiche francescane, sia per similitudine di contenuto, sia per somiglianza di linguaggio, sia per vere e proprie citazioni implicite, come già dimostrato da C. Paolazzi e da A. Rigon. Oltre a mostrare ulteriori prove di questi parallelismi, si viene a individuare la prima citazione letterale di un testo di Francesco d’Assisi negli scritti di Antonio. Si tratta del detto proverbiale presente in Ammonizioni XIX,2 del Poverello: «Quantum est homo coram Deo, tantum est et non plus», inserito da Antonio nel quarto paragrafo del Sermone per la festa di Giovanni il Battista, sebbene in una lezione leggermente diversa rispetto a quella preferita dagli editori degli scritti di Francesco.

Parole chiave: Sant’Antonio di Padova; Sermones; San Francesco d’Assisi; Ammonizioni; Citazioni.

SUMMARY
On the basis of previous research aimed at showing the minority character of the Sermons of Saint Anthony, this study focuses on the texts of the Festival Sermons where the Franciscan features are more abundant, both for the similarity of content, for the likeness of language and for actual implicit quotations, as already shown by C. Paolazzi and A. Rigon. Besides showing further evidence of these parallels, the article identifies the first literal quotation of a text by Francis of Assisi in Anthony’s writings. That is the proverbial saying found in Admonitions XIX,2 of the Poverello: «Quantum est homo coram Deo, tantum est et non plus», inserted by Anthony in the fourth paragraph of the Sermon for the feast of John the Baptist, although in a slightly different reading compared to that preferred by the editors of the writings of Francis.

Keywords: St. Anthony of Padua; Sermones; St. Francis of Assisi; Admonitions; Litteral quotations.

italiano
Note e Ricerche
Stefano Aloisi
pp. 401-409
Sant’Antonio di Padova e Venezia che pregano la Santissima Trinità: Pietro Liberi per la Salute. Cenni sulla ‘‘fortuna’’ del dipinto in Friuli
II.18.3.04

SOMMARIO
Nel 1652 i provveditori della chiesa veneziana della Salute decisero di erigere un altare, progettato da Baldassare Longhena, dedicato a sant’Antonio di Padova e, al contempo, di affidare al pittore Pietro Liberi l’esecuzione di una pala a decoro del manufatto marmoreo. Desiderio dei provveditori era di celebrare la traslazione da Padova di una reliquia di sant’Antonio ma anche d’includere il Santo tra i beati preposti alla protezione di Venezia all’epoca impegnata nella guerra di Candia. La tela del Liberi ebbe da subito una buona notorietà e varie copie e reinterpretazioni furono eseguite nei decenni e nei secoli seguenti. Proposito del presente contributo è di esporre la ‘‘fortuna’’ del dipinto della Salute nell’entroterra della Dominante, in particolare in Friuli, con la descrizione delle redazioni maggiormente significative e che poco ebbero a differire dall’opera originaria. Dichiarati omaggi al Liberi della Salute furono realizzati in terra friulana fin dalla seconda metà del Seicento a Turriaco, nei primi decenni del Settecento a Codroipo e a Pinzano al Tagliamento e finanche alla metà dell’Ottocento a Concordia Sagittaria. Opere perlopiù favorite dalla presenza in tali luoghi di committenti che in Venezia tenevano stretti legami quali i Priuli e i Savorgnan. Tra gli autori di questi dipinti si rileva il nome di Gianantonio Guardi, che per Pinzano ebbe a realizzare una parziale copia della tela del Liberi rivaleggiando con questa per bellezza con mirabile stesura pittorica soffice e luminosa. Questa apprezzabile presenza in terra friulana di opere che replicarono e rinnovarono per due secoli il soggetto eseguito per la Salute, conferma che nel corso del tempo alcune immagini votive si diffusero da Venezia, col concorso di Padova, al suo vasto entroterra. Le due città, difatti, rivestirono il ruolo di importante crocevia per la diffusione del culto di sant’Antonio, con relative iconografie, in ogni luogo sottoposto alla giurisdizione della Serenissima.

Parole chiave : Venezia; La Salute; Sant’Antonio di Padova; Pietro Liberi; Friuli.

SUMMARY
In 1652 the Commissioners of the Venetian Basilica of Our Lady of Good Health (La Salute) decided to erect an altar, designed by Baldassare Longhena, dedicated to Saint Anthony of Padua and, at the same time, entrust the painter Pietro Liberi with the execution of a altarpiece at decoration for the marble artefact. The aim of the Commissioners was to celebrate the transfer from Padua of a relic of St. Anthony but also to include the Saint among those responsible for the protection of Venice at the time engaged in the war of Candia. The Liberi’s canvas immediately had a good popularity and several copies and reinterpretations were made in the following decades and centuries. The purpose of this contribution is to expose the ‘‘fortune’’ of the Salute painting in the hinterland of the Dominant, particularly in Friuli with the description of the most significant editors and which had little to differ from the original work. Open tributes to the Liberi of La Salute were made in Friuli from the second half of the seventeenth century in Turriaco, in the early decades of the eighteenth century in Codroipo and Pinzano al Tagliamento and even in the mid-nineteenth century in Concordia Sagittaria. Works mostly favored by the presence in these places of clients who held close ties in Venice such as the Priuli and the Savorgnan. Among the authors of these paintings we find the name of Gianantonio Guardi, who for Pinzano had to make a partial copy of the Liberi’s canvas, rivaling this with beauty with an admirable soft and luminous painting. This appreciable presence in Friuli territory of works that replicated and renewed for two centuries the subject created for La Salute, confirms that over time some votive images spread from Venice, with the competition of Padua, to its vast hinterland. In fact, the two cities played an important crossroads for the spread of the cult of Saint Anthony, with related iconographies, in every place submitted to the jurisdiction of the Serenissima.

Keywords: Venice; La Salute; Saint Anthony of Padua; Pietro Liberi; Friuli.

 

italiano
Leo Andergassen
pp. 411-420
Due disegni della basilica del Santo di Eduard Gurk (1838)
II.18.3.05

SOMMARIO
Nel 1838 l’imperatore d’Austria Ferdinando I intraprese un viaggio attraverso le province italiane dell’Impero asburgico. Dopo l’incoronazione come re d’Italia a Milano, il viaggio proseguì toccando le principali città del regno Lombardo-Veneto. Ad accompagnarlo, con il compito di illustrare i momenti salienti del viaggio, c’era il pittore di corte Eduard Gurk (1801-1841) che ci ha lasciato una nutrita serie di acquarelli, acquisiti ora dalla Provincia Autonoma dell’Alto Adige e conservati nel Museo di Castel Tirolo (BZ). La presente Nota illustra e commenta l’acquarello realizzato in occasione del passaggio della corte imperiale per la città di Padova con l’illustrazione dell’interno della basilica del Santo così come si poteva scorgere nella prima metà del XIX secolo. Un secondo disegno, non acquarellato, schizza l’esterno della Basilica.

Parole chiave: Eduard Gurk; Imperatore Ferdinando I d’Asburgo-Austria; Padova, Basilica del Santo.

ZUSAMMENFASSUNG
1838 unternahm Kaiser Ferdinand I. von Österreich eine Huldigungsreise durch die italienischen Provinzen des Habsburgerreiches. Nach der in Mailand erfolgten Krönung zum König von Italien führte ihn die Reise in die Hauptstädte des lombardo-venezianischen Königreiches. In der Entourage befand sich Eduard Gurk (1801-1841), dem als Hofmaler die Aufgabe zufiel, die prägenden Momente der Krönungsreise in einer Serie von Aquarellen festzuhalten. Diese befinden sich nun in Besitz der Autonomen Provinz Bozen und werden im Landesmuseum Schloss Tirol (BZ) verwahrt. Die vorliegende Miszelle erläutert das Aquarell, das anlässlich des kaiserlichen Aufenthalts in Padua entstand und die Innenansicht der Basilika des Santo zeigt, wie sie sich in der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts darbot. Eine zweite nicht aquarellierte Zeichnung gibt die Außenansicht der Basilika wieder.

Schlussel Wörter : Eduard Gurk; Kaiser Ferdinand I von Habsburg-Österreich; Padua, Basilika des Hl. Antonius.

italiano
Tiziana Franco
pp. 421-424
Antonio e le sue immagini. Nota di lettura
II.18.3.06

SOMMARIO
La Nota di lettura propone un’analisi del recente testo di Leo Andergassen sui percorsi iconografici antoniani nella pittura italiana dal secolo XIII al XVI.

Parole chiave: Antonio di Padova; Iconografia; Pittura italiana secoli XIII- XVI.

SUMMARY
The Note proposes an analysis of the recent text by Leo Andergassen on the antonian iconography in Italian painting from the 13th to the 16th century.

Keywords: St. Anthony of Padua; Iconography; Italian Painting sec. XIII-XVI.

italiano
Antonino Poppi
pp. 425-432
Padova, convento del Santo, 1532: una ‘‘maledetta nidiata’’ di eretici ?
II.18.3.07

SOMMARIO
E` una persuasione diffusa che la «maledetta nidiata» eretica di francescani conventuali, notificata il 4 ottobre 1532 dal legato pontificio a Venezia Gian Pietro Carafa a papa Clemente VII, riguardasse primariamente il convento del Santo, a Padova. Una rilettura più attenta delle fonti consente di restringere la genericità , puntualizzandone l’origine piuttosto nel convento veneziano dei Frari.

Parole chiave: Eresia; Venezia, Convento dei Frari; Padova, Convento del Santo; Gian Pietro Carafa; Girolamo Galateo; Bartolomeo Fonzio; Alessandro Pagliarino; Simone Ardèo.

SUMMARY
It is a common belief that the heretical ‘‘cursed brood’’ of Conventual Franciscans, which Pope Clement VII was informed about by the papal legate in Venice Gian Pietro Carafa, on October 4, 1532, concerned primarily the friary of Saint Anthony in Padua. A more careful reading of the sources makes it possible to be less generic and more precise, pointing out its origin in the Venetian friary of Frari rather than in the Paduan one.

Keywords: Heresy; Venice, Frari’s Convent; Padova, St. Anthonuy’s Convent; Gian Pietro Carafa; Girolamo Galateo; Bartolomeo Fonzio; Alessandro Pagliarino; Simone Ardèo.

italiano
Luciano Bertazzo
pp. 433-437
«Camminare lento». Una proposta ‘‘antoniana’’
II.18.3.08

SOMMARIO
La Nota propone un’analisi di una nutrita bibliografia recente sul tema del ‘‘Camminare lento’’, con particolare attenzione alla proposta del «Cammino di sant’Antonio».

Parole chiave: S. Antonio di Padova; «Cammino di sant’Antonio»; Padova; Assisi; Pellegrinaggio; Cammini.

SUMMARY
The Note proposes an analysis of a large recent bibliography on the theme of slow walking, with particular attention to the proposal of the ‘‘Path of St. Anthony’’.

Keywords: St. Anthony of Padua; ‘‘Path of St. Anthony’’; Padua; Assisi; Pilgrimage; Paths.

 

italiano
Francesca Biasio
pp. 439-444
Il ‘‘database’’ del patrimonio storico e artistico della Custodia di Terra Santa. Origine e sviluppi di uno strumento indispensabile
II.18.3.09

SOMMARIO
Nell’epoca del digital heritage, anche una realtà centenaria come quella della Custodia di Terra Santa si apre alle novità informatiche in ambito culturale. Dopo una gestazione durata circa dieci anni, il database del patrimonio storico e artistico è migrato in una piattaforma online, per il momento ancora ad uso interno. Il sistema è  in costante aggiornamento, tuttavia notevoli sono i risultati già raggiunti sia in termini di tutela, che di valorizzazione degli oggetti inventariati.Nel presente contributo sono descritti gli sviluppi più rilevanti avvenuti dalla nascita della banca dati a oggi e sono presentati gli aspetti tecnici della sua struttura. La catalogazione è un’attività complessa, è riduttivo considerarla come mera registrazione dei dati. Si sottolinea, quindi, l’importanza del supporto che il database offre nell’avanzamento degli studi e delle ricerche. Alla luce di tutto ciò, definirlo uno strumento ‘‘fondamentale’’ forse non implica l’utilizzo di un’iperbole.

Parole chiave: Database; Digitale; Catalogo; Custodia di Terra Santa; Gerusalemme; Convento di San Salvatore; Studium Biblicum Franciscanum; Terra Sancta Museum.

SUMMARY
In the digital heritage age, the revolution in informatics has opened up the perennial heritage of the Custody of the Holy Land for studies in the cultural field. After a gestation period of about ten years, the database of the historical and artistic heritage belonging to the Custody has migrated to an online platform, still only for internal use at the moment. The system is constantly updated and the results in terms of conservation and valorization of the inventoried objects are already remarkable.
This paper describes the most relevant developments of the database from its birth to the present day, and also discusses some technical aspects of its structure. Cataloging is a complex activity, far more than a mere recording of data. The paper therefore emphasizes the importance of the support that the database offers to the progress of studies and research. In light of its considerable contributions, it may not be hyperbole to define the database as a ‘‘fundamental’’ tool.

Keywords: Database; Digital; Catalog; Custody of the Holy Land; Jerusalem; Convent of Saint Saviour; Studium Biblicum Franciscanum; Terra Sancta Museum.

italiano