Rivista LIV (2014) - fascc. 2-3
RESUMO
O artigo está centrado sobre a vida de Fernando Martins antes de ingressar na ordem dos Frades Menores. O autor traça a bibliografia principal sobre o assunto para fixar um ano para o nascimento do santo. Ele aceita a opinião comum que indica o 1195. Em seguida, introduz o problema da tradição que atribui ao santo os apelidos ‘‘Martins’’ e ‘‘Bulhões’’. O autor contextualiza a juventude e educação de Fernando Martins durante a sua estadia em Lisboa e Santa Cruz de Coimbra. A atenção está dirigida sobre os professores e colegas que poderiam participar as suas mismas aulas e tenta establecer quais foram as fontes possíveis da sabedoria de Fernando. No final, Henrique Pinto Rema conta como Fernando tornou-se em António, ou seja o seu ingresso na ordem franciscana em Olivais, e porquê escolheu o nome ‘‘António’’.
Palavras-chave: Santo António de Lisboa; Portugal; Conegos de santo Augustino; Coimbra; Olivais; Santa Cruz; Lisboa.
SUMMARY
The paper focuses on Fernando Martins’ life before entering the Order of Friars Minors. The author passes through the principal bibliography on the topic to fix up a year of birth for the saint accepting the common opinion of 1195. Then, he introduces the problem of the tradition attributing to the saint the names of ‘‘Martins’’ and ‘‘Bulhões’’. The author contextualizes Fernando Martins’ youth and education during his staying in Lisbon and Sancta Cruz. His attention focuses on his possible teachers and companions, to see which could have been the sources of his knowledge. Finally, he refers Fernando’s becoming Anthony, i.e. his entrance in the Franciscan Order in Olivais and the reasons why he chose the name ‘‘Anthony’’.
Keywords: St. Anthony of Lisbon; Portugal; Canons of St. Augustin; Coimbra, Olivais, Santa Cruz, Lisbon.
SOMMARIO
Il presente contributo mira a esplorare il carattere francescano dei Sermones e dunque dell’esperienza biografia di Antonio. Dopo aver esposto le due principali tesi sull’epoca e le modalità di composizione dell’opera antoniana, ossia quella di Francisco da Gama Caeiro e di Raoul Manselli, l’autore dichiara di voler gettare nuova luce sulla possibilità di utilizzare questa fonte per approfondire la sua biografia. L’articolo propone dunque una lettura storica dei Sermones volta sia a evidenziare il loro carattere francescano (e dunque quello di Antonio stesso) sia a utilizzarli per ricostruire la vita del santo, sia infine come fonte per studiare il passaggio dalla fraternitas all’Ordo. In quest’ottica, l’autore offre dunque al lettore un confronto sistematico tra i Sermones antoniani e gli Scritti di Francesco prima, evidenziando la vicinanza terminologica e contenutistica delle due opere, per passare poi a trattare il rapporto dei primi con la Regula non bullata. Vengono così a galla gli intrecci tra le diverse fonti e nuovi orizzonti interpretativi.
Parole chiave: Sant’Antonio di Padova; Sermones; San Francesco d’Assisi Regula; Francescanesimo delle origini.
SUMMARY
The article aims at exploring the Franciscan behaviour of the Sermones and so of Anthony’s biography. Having exposed the two principal thesis on the epoc and tenor of the friar’s work – i.e. Francisco da Gama Caeiro’s one and Raoul Manselli one – the author declares his intent of bringing to light the possibility of using such a source to investigate Anthony’s biography. The article purposes an historical reading of the Sermones to underlight their Franciscan statements (and so the one of Anthony himself), to use them to reconstruct the saint’s life, and finally as a source to study the passage from the fraternitas to the Ordo. In this perspective, the author offers to the reader a systematical comparison between the Sermones and saint Francis’ writings, to show their proximity in the use of words and in contents. then, he goes on treating the relation among Anthony’s work and the Earlier Rule. During this ideal journey, the author unravels the plot of different sources.
Keywords: St. Anthony of Padua; Sermones; St Francis of Assise; Regula; Early Franciscanism.
SOMMARIO
Il tema della confessione/penitenza ricopre un ruolo importante nella riflessione e nella proposta teologica dei sermoni antoniani, dato il loro carattere di testo scritto per la formazione dei frati impegnati nella pastorale. Sul tema esiste una copiosa bibliografia. Il contributo focalizza, oltre al riferimento agli studi apparsi progressivamente sul tema della confessione, l’esperienza di san Francesco e la proposta dell’Ordine in cui entra a far parte anche il canonico portoghese Fernando con il nome di frate Antonio.
I sermoni antoniani, in riferimento alla confessione nei suoi tre momenti costitutivi di contrizione, confessione e soddisfazione, riflettono il canone 21° del concilio Lateranense IV, che imponeva l’obbligatorietà annuale della confessione, congiuntamente all’eucaristia.
La riflessione teologica, l’attenzione alla persona come tale, alla contestualizzazione del peccato, viene recepita pienamente nei sermoni antoniani. Una proposta che è frutto di un precedente percorso di approfondimento delle motivazioni e di rinnovamento pastorale elaborato con particolare intensità nell’epicentro di Parigi, con prestigiosi maestri teologici (Pietro Lombardo, Pietro Cantore, Pietro Comestor Stefano Langton) capaci di formare allievi attivi poi in altri centri europei. Un rinnovamento recepito come prassi ecclesiale comune nel Lateranense IV.
Parole chiave: Sermoni antoniani; Confessione/penitenza; Concilio Lateranense IV; Prassi pastorale.
SUMMARY
The theme of confession/penance plays an important role in the theological reflection of Saint Anthony’s Sermons given that they are addressed for the formation of friars engaged in pastoral work. Regards this theme there is a huge bibliography. The paper focuses, in addition to the reference to the studies appeared progressively on the theme of confession, the experience of St. Francis and the proposal of the Order in which also joins the Portuguese canon Ferdinand with the name of friar Anthony.
St. Anthony’s Sermons, referring to the confession in its three constitutive moments of contrition, confession and satisfaction, reflect the 21st canon of the IV Lateran Council which imposed the obligation of annual confession in conjunction with the Eucharist.
The theological reflection, the attention to the person and the contextualization of sin is fully evident in St. Anthony’s sermons. A proposal that is the result of a previous in-depth analysis and of pastoral renewal procedures developed with particular intensity in the epicentre of Paris having prestigious theological teachers (Peter Lombardo, Peter Cantor, Peter Comestor, Stephen Langton) capable of forming students active then in other European centres. Such renewal is accepted as ecclesial practice in the IV Lateran Council.
Keywords : St. Anthony’s Sermons; Confession/penance; IV Lateran council; Pastoral practice
SOMMAIRE
La dimension mystique de saint Antoine de Lisbonne, et de Padoue, est un thème récurrent dans les analyses conduites sur ses écrits et sur ses biographies. Des spécialistes, comme Jacques Heerinckx, ofm, et Antonio Blasucci, ofmconv, ont dressé des systématisations, selon les schémas de la théologie mystique traditionnelle, dont certaines questions, par exemple la vocation universelle à la contemplation et la distinction entre contemplation acquise et infuse, sont désormais superflues. Nous avons apprécié, en revanche, l’étude de Francisco da Gama Caeiro qui, dans sa thése Santo Antònio de Lisboa (1967), en structurant et en analysant une matière fragmentée en multiples sermons, a retracé l’expérience spirituelle d’Antoine, à partir de son propre texte. C’est sur la base de cette étude que nous avons mené, à notre tour, une analyse lexicale du vocabulaire mystique d’Antoine, et retracé, à travers les interactions entre les divers champs sémantiques, l’originalité et la richesse et la doctrine spirituelle d’Antoine.
Mots clés: St. Antoine de Padoue; Sermons; Langage mystique; Spiritualité antonienne.
SOMMARIO
La dimensione mistica di sant’Antonio di Lisbona, e di Padova, è un tema ricorrente nelle analisi dei suoi scritti e delle sue biografie. Studiosi e specialisti, come Jacques Heerinckx, ofm, e Antonio Blasucci, ofmconv, hanno elaborato delle sistemazioni secondo gli schemi della teologia mistica tradizionale, ma alcune questioni, per esempio la vocazione universale alla contemplazione e la distinzione tra contemplazione acquisita e contemplazione infusa, hanno perduto del loro impatto dopo le affermazioni del concilio Vaticano II sulla vocazione alla santità di tutti i battezzati. Ci è parso invece innovativo il tentativo di Francesco da Gama Caeiro, con la sua tesi Santo Antònio de Lisboa (1967), strutturando e analizzando una materia frammentata in molti sermoni, ha tracciato l’esperienza mistica del Santo a partire dai suoi stessi scritti. Ed è appunto sulla base di questo studio che ci siamo proposti di ridisegnare, attraverso l’analisi lessicale del vocabolario mistico di Antonio e le interazioni che intercorrono tra i molteplici campi semantici rappresentati, lo stesso itinerario e l’originalità della dottrina spirituale di Antonio.
Parole chiave: S. Antonio di Padova; Sermoni; Linguaggio mistico; Spiritualità antoniana.
SOMMARIO
Il francescanesimo dopo Francesco appare da subito caratterizzato da una straordinaria articolazione che si manifesta anche a livello agiografico. Le memorie storico-agiografiche illustrano aspetti diversi della realizzazione minoritica, prendono avvio da molteplici motivazioni, presentano svariate finalità e obiettivi, ma si rivelano soprattutto espressione dell’evoluzione e della ‘‘frantumazione’’ del francescanesimo già nel corso del primo secolo della sua travagliata vicenda storica.
In tale tradizione ‘‘spezzettata’’, complessa, stratificata, Antonio sembra rappresentare un punto di riferimento fondamentale in quanto emblema, più di ogni altro, in qualche modo più dello stesso fondatore, dell’evoluzione dell’Ordine. Attraverso la lettura delle Vite a lui dedicate si cercherà di mostrare come esse, oltre a esprimere un forte bisogno di santità di un’istituzione, come quella minoritica, giovane, se pure in forte e inarrestabile espansione, si rivelino funzionali al tipo di evoluzione l’Ordine incarna e che, insieme, tende a proporre come modello vincente. E` soprattutto la predicazione a divenire cardine della santità di Antonio: non solo in essa e grazie a essa Antonio rivela e manifesta la sua sanctitas, ma la predicazione assurge a funzione centrale e primaria dell’Ordine, segno distintivo del suo modo di porsi verso la Chiesa e la società, un impegno questo, tuttavia, che si configura – negli intendimenti degli agiografi – come uno degli aspetti con cui si vive e si realizza l’eredità di Francesco, in piena conformità e contiguità con lui.
Parole chiave: S. Antonio di Padova; Agiografia; Francescanesimo delle origini; Modelli di santità.
SUMMARY
The state of Franciscanism following the death of Francis seems definitively characterized by an extraordinary expression which manifests itself in both historiographic and hagiographic features. The historical/hagiographic records illustrate the numerous ways in which Minorite life was carried out. These derive from a multitude of different motivations and reveal a wide variety of objectives and ends. Yet more than anything else they reveal expressions of the evolution and the «splintering» of Franciscanism that was already taking place as early as within the first century of its turbulent history.
In this «splintered» complex and stratified tradition, Anthony represents a fundamental point of reference. More than anyone else within the order he is an emblem, not necessarily of the founder but rather for the evolution of the Order itself. Through a reading of the Vite dedicated to Anthony, I shall attempt to demonstrate how these Vite, in addition to responding to and expressing the distinct need for sanctity within the young, burgeoning Minorite institution, also proved to be effective in representing the type of revolution which the Order embodied and tended to project as an exemplary model. Above all Anthony’s preaching would play a pivotal role in modeling his view of holiness. It is in part through his preaching that Anthony reveals and manifests his own sanctitas, but his preaching also takes on a central and primary function for the Order. His preaching is a hallmark of his personal attitude toward the Church and society. In addition, as the hagiographies express their intentions, Anthony’s personal commitment is representative of how his experiences also fulfilled the legacy of Francis, in complete accord and continuity with the founder of the Order.
Keywords: St. Anthony of Padua; Hagiography; Early Franciscanism; Models of Holiness.
SOMMARIO
Nella costruzione e diffusione della devozione a sant’Antonio, almeno all’interno dell’Ordine dei frati Minori, i predicatori e i copisti del XIII e XIV secolo selezionarono dei sermoni ritenuti più adatti a preservare e interpretare l’immagine del santo. Tre di essi in particolare vengono qui proposti. Si tratta di sermoni che, per la loro ampia diffusione e collocazione all’interno di collezioni di de sanctis diversi, possono essere considerati tipologici. Si tratta dei testi che prendono rispettivamente le mosse dai «themata»: Neptalim cervus emissus; Iste pauper clamavit e In die ac nocte meditabitur. L’articolo analizza questi tre sermoni e le loro variazioni testuali, cercando di comprendere il motivo della loro fortuna e delle trasformazioni a cui furono soggetti.
Parole chiave: S. Antonio di Padova: Culto; Devozione, Sermoni; Povertà.
SUMMARY
In XIII and XIV centuries, preachers and copysts of the Order of the Friars Minors selected some sermons among the numerous preached on saint Anthony which better attained in spreading and constructing the devotion to the Franciscan saint. Three of them are here presented. Due to their diffusion and location inside different collections of de sanctis sermons, these sermons can be called typological ones. They move from the «themata»: Neptalim cervus emissus, Iste pauper clamavit and In die ac nocte meditabitur. The paper analyses these three sermons and their textual variations trying to show the reasons of their fortune and the causes of transformations they were affected.
Keywords: St Anthony of Padua: Cult, Devotion, Sermons, Poverty.
RESUMO
Tendo em conta o lugar especial que Santo António ocupa no imaginário cultural português, este estudo visa identificar a produção teatral estabelecida em torno da sua figura em Portugal. Pretende-se compreender de que forma o teatro tem contribuído para a projecção e construção de uma imagem que apresenta múltiplos rostos de Santo António, do pregador e taumaturgo ao santo casamenteiro e protector dos namorados. Importa, assim, analisar os diferentes modos de apropriação que o teatro tem feito da sua figura, desde os primórdios da dramaturgia portuguesa até à actualidade.
Verifica-se que o teatro, a par de outras formas de expressão artística, tem representado a figura de Santo António, sob múltiplas dimensões, acompanhando as transformações da sua imagem, do culto que o envolve, dos contextos histórico-políticos e sociais, e dos modelos dramáticos vigentes. Destinado a todo o tipo de público, quer adulto quer infantil, um dos traços característicos do teatro antoniano é a componente musical, transversal à grande maioria de registos e que remonta à sua origem, pois integrava já o auto quinhentista de Afonso Álvares..
Palavras clave: Santo António; Teatro; Portugal.
SUMMARY
As Saint Anthony has a huge role in Portugues cultural imagination, this study aims at identify the theater production about his figure in Portugal. The author explains the way the theater contributed to the projection and construction of an image representing the multiple faces of the Saint from a preacher and a thaumaturge to a saint for weddings and protector of lovers. For this purpose, it is important to analyse the defferent ways the theater aprropriated the Saint figure from the very beginning of Portuguese dramaturgy to nowadays.
In the article, the author shows that, as well as other forms of art, the theater has reperesented Saint Anthony in his multiple dimensions, accompanying transformations concerning his image, his cult, the historical, political and social contexts they took place and actual models of drama. As it has been conceived for all sort of public, adult one and young one, one of the characteristics of the theater on saint Anthony is its musical component, which lies transversal in the majority of registers and which recalls to the origin of this plays, as it was already introduced in the auto quinhetista by Afonso Álvares.
Keywords: Saint Anthony; Theater; Portugal.
ABSTRACT
Este trabajo propone una aproximación a las nuevas formas de religiosidad surgidas en Internet. De entre los múltiples testimonios que allí se encuentran, se ha escogido el de la devoción a san Antonio de Padua, cuya capacidad de adaptación a contextos socioculturales diversos es manifiesta.
El artículo se divide en tres apartados principales: el primero expone las dificultades metodológicas derivadas de la aplicación de una perspectiva etnográfica; el segundo contextualiza la presencia de san Antonio en el marco de la religiosidad virtual y, el tercero, describe aquellos espacios donde el culto cibernético adquiere una relevancia particular.
Parole chiave: San Antonio de Padua; Religiosidad popular; Cibercultura; Internet.
SUMMARY
This paper sets out to analyze the new forms of religiosity that have sprung out on the Internet. Among the many instances of religious testimony that can be found on the Web, we chose to focus on the devotion to Saint Anthony of Padua, a Saint with a well-established ability to adapt to diverse sociocultural environments.
The article is divided into three main sections: the first one indicates the methodological issues of using an ethnographic approach; the second one provides the virtual religious context in which Saint Anthony is to be found on the Web; and the third describes those settings in which online worship is of particular importance.
Keywords: Saint Anthony of Padua; Popular religiosity; Cyberculture; Internet.
SOMMARIO
L’articolo analizza la presenza di san Francesco d’Assisi, sant’Antonio di Padova e san Ludovico d'Angiò nel ciclo scultoreo della cosiddetta Chapelle de Rieux a Tolosa, risalente al XIV secolo. Il contributo mostra la specificità iconografica del ciclo scultoreo della Chapelle de Rieux e spiega come la presenza dei tre santi nella piccola chiesa possa essere interpretata come un’affermazione visiva da parte del suo committente, il francescano Jean Tissandier, vescovo di Rieux, di fedeltà alla Santa Sede, nel pieno rispetto della linea di condotta istituzionale e dell’ortodossia proclamata dal papato. Partendo da una rievocazione del contesto nel quale si inserisce la presenza francescana a Tolosa e del rilevante ruolo svolto dai membri dell’Ordine nella vita culturale e artistica della città, l’articolo passa quindi ad analizzare la Chapelle de Rieux, la sua struttura architettonica e il suo ciclo scultoreo e mostra come Tolosa sia stata nel XIV secolo, anche per quanto riguarda la creazione architettonica, un importante e vivace centro artistico nel quale esperienze e culture diverse trovarono spazi e occasioni per confrontarsi e per fondersi.
Parole chiave: Tolosa, Chapelle de Rieux; Frati Minori; San Francesco d’Assisi; Sant’Antonio di Padova; San Ludovico di Tolosa; Jean Tissandier OMin; Architettura minoritica.
SOMMAIRE
L’article analyse la présence de saint François d’Assise, saint Antoine de Padoue et saint Louis de Toulouse dans le cycle sculpté de la Chapelle de Rieux à Toulouse, remontant au XIVe siècle. La contribution montre la spécificité iconographique du cycle sculpté de la Chapelle de Rieux et explique comment la présence des trois saints dans la petite église puisse être interprété e comme une affirmation visuelle de la part de son commanditaire, le franciscain Jean Tissandier, évêque de Rieux, de fidélité au Saint Siège, dans le plein respect de la ligne de conduite institutionnelle et de l’orthodoxie proclamée par la Papauté. En partant d’une reconstitution du contexte dans lequel s’insère la présence franciscaine à Toulouse et du rôle considérable joué par les membres de l’Ordre dans la vie culturelle et artistique de la ville, l’article analyse ensuite la Chapelle de Rieux, sa structure architecturale et son cycle sculpté et montre comme Toulouse a été au XIVe siècle, pour ce qu’il concerne la création architecturale aussi, un important et vivace centre de création artistique dans lequel expériences et cultures différentes ont trouvé des espaces et des occasions pour se confronter et pour se fondre.
Mots clés : Toulouse, Chapelle de Rieux; Frères Mineurs; Saint François d’Assise ; Saint Antoine de Padoue; Saint Louis de Toulouse; Jean Tissandier OMin; Architecture franciscaine.
SOMMARIO
L’articolo individua nei Sermoni di sant’Antonio alcune citazioni esplicite e altre implicite riconducibili all’opera di Tommaso di Perseigne (+ 1190), monaco cistercense autore di un corposo Commento al Cantico dei Cantici, testo della scuola monastica bernardiana finora non annoverato tra le fonti antoniane, pur essendo ben conosciuto e piuttosto diffuso all’epoca. Solo di recente, però, è stato oggetto di più attenti esami e maggior studio.
La presente ricerca prende avvio dalla riflessione del Santo sulla misericordia, che si trova nel terzo paragrafo del Sermone per la IV Domenica post Pentecosten e, inoltre, dalla peculiare triplice etimologia della parola «misericordia» esposta da Antonio nell’ottavo paragrafo del Sermone per la XXII Domenica post Pentecosten. Il contenuto di queste due sezioni dei Sermoni risulta provenire dal Commento al Cantico del Cistercense, in parte letteralmente, in parte in maniera più sommaria, probabilmente a partire dalla memoria del santo Dottore. Non costatando fonti comuni precedenti l’opera di Tommaso, da cui potrebbero aver attinto entrambi gli autori, si può giungere a ritenere che Antonio debba aver avuto in qualche modo accesso al testo di Tommaso.
Proseguendo la ricerca, si sono poi rilevate altre affinità compositive e dipendenze (nei Sermoni mariani) che depongono ulteriormente a favore della tesi della conoscenza e utilizzo da parte di Antonio di Padova del Commentario del monaco di Perseigne.
Parole chiave: Sant’Antonio di Padova; Sermoni, Tommaso di Perseigne OCist.; Cantico dei Cantici.
SUMMARY
The article identifies in the Sermons of St. Anthony some explicit quotations and other implicit related to the work of Thomas of Perseigne (+ 1190), cistercian monk, author of a voluminous Commentary on the Song of Songs, text of the monastic school originating from St. Bernard. That book was so far not listed among the Anthonian sources, despite being well-known and quite popular at the time. Only recently, however, it has been more carefully examined and studied.
This research starts from St. Anthony’s reflection on mercy, which is in the third paragraph of the Sermon for the 4th Sunday after Pentecost and also from the peculiar triple etymology of the word ‘‘mercy’’ exposed by the Saint in the eighth paragraph of the Sermon for the 22nd Sunday after Pentecost. The content of these two sections of the Sermons appears to come from the Commentary of the Cistercian, in part literally, partly in a more cursory way, probably from the memory of the saintly Doctor. Common sources preceding the work of Thomas, which both authors could have drawn from, are not identified, and for these reasons it has to be argued that Anthony in some way must have had access to the text of Thomas.
Continuing the research, more affinities and compositional dependencies have been detected (in the Marian Sermons); those lend further support to the thesis of the Paduan’s knowledge and use of the Commentary written by the monk from Perseigne.
Keywords: St. Anthony of Padua; Thomas of Perseigne OCist.; Song of Songs.
SOMMARIO
L’articolo fornisce i risultati di un’indagine sui sigilli della provincia di Sant’Antonio dalle origini fino al Cinquecento. Il primo sigillo della provincia, allora detta Marca Trevigiana, già studiato da padre Michael Bihl, risale al 1250 e raffigurava un soggetto mariano. Tuttavia, ben presto, il sigillo fu sostituito da quello contenente l’immagine di sant’Antonio sul noce, probabilmente quando la provincia della Marca Trevigiana cambiò il suo nome in provincia Sancti Antonii in Marchia Tarvisina. Grazie a nuove scoperte è stato rintracciato il più antico sigillo conservato sinora noto, raffigurante Antonio sul noce: esso è contenuto in una lettera del ministro provinciale Francesco, scritta a Udine nel 1339. Il santo è seduto sul noce di profilo e tiene in mano un libro: è evidente la somiglianza con la miniatura duecentesca del Corale E di San Francesco di Zara. Tale sigillo, con minime varianti, fu utilizzato dalla provincia di Sant’Antonio almeno fino al 1535. Tra il 1535 e il 1543 l’antico sigillo fu sostituito da uno nuovo, raffigurante sempre sant’Antonio sul noce, ma l’immagine è diversa: il santo è seduto in posizione frontale davanti a un tavolino con il giglio in mano. Quest’ultimo sigillo fu utilizzato anche nel Seicento. L’immagine di Antonio sul noce, con un’iconografia diversa, era presente anche nel sigillo del custode della custodia padovana, almeno a partire dagli anni Ottanta del Cinquecento. L’articolo, infine, presenta la ricostruzione del sigillo del vicario della provincia di Sant’Antonio, risalente al 1372: Antonio è raffigurato in cattedra in piedi, con un libro in mano. A livello iconografico, è interessante la somiglianza di quest’ultimo sigillo e di quello cinquecentesco della provincia con alcuni reliquiari conservati nella Basilica del Santo a Padova.
Parole chiave: Sant’Antonio di Padova; Sigilli; Provincia di Sant’Antonio.
SUMMARY
The article illustrates the results of a research on the seals of the Province of Sant’Antonio from its beginnings to the 16 th century. The first seal of the Province, called Marca Trevigiana, was studied by Michael Bihl. It dates back to 1250 and presents an image of the Virgin Mary. However, it was soon replaced by a new one depicting saint Anthony on the walnut tree. This may have happened when the Province of the Marca Trevigiana changed its name in Provincia sancti Antonii in Marchia Tarvisina. Thanks to new studies, the most ancient preserved seal drawing
Saint Anthony on the walnut tree has been discovered. It is contained in a letter written in Udine in 1339 by the Provincial Minister Francesco. The saint is sitting on the walnut tree, half-face, and holds a book in his hands. The proximity with the thirteenth-century miniature of the Corale E of San Francesco in Zara is clear. This seal was used by the Province of Sant’Antonio at least until 1535, with just few changes.Between 1535 and 1543 the ancient seal was replaced by a new one, still representing saint Anthony on the walnut tree. Anyway, it deserves a different image: the saint is sitting in front position with a table before him and a lily in his hand. This one was still in use in the 17 th century. Again, the image of saint Anthony
on the walnut tree was pictured in the seal of the custodian of the custody of Padua, at least from the ’80s of the 16 th century. Finally, this work presents a reconstruction of the seal of the vicar of the province of Sant’Antonio, dating back to 1372: the saint is standing on the pulpit, with a book in his hands. The resemblance of the image in this last seal and the one of the Province in the sixteenth-century with some reliquiaries held in the Basilica del Santo in Padua is another point of interest of the article.
Keywords: Saint Anthony of Padua; Seals; Province of Sant’Antonio.
SOMMARIO
La Nota di lettura presenta la recente edizione critica dei Dicta del beato Egidio d’Assisi curata da Stefano Brufani. La lettura che ne viene fatta coglie l’acribia del metodo seguita dal curatore e l’intelligenza critica della proposta avanzata, rilevando l’importanza del testo per un’ulteriore avanzamento degli studi francescani.
Parole chiave: Egidio d’Assisi ; Dicta ; Brufani Stefano.
SOMMAIRE
Cette Note preésente l’édition critique récente des Dicta du bienheureux Gilles d’Assise, éditée par Stefano Brufani. La lecture qui en est faite cueille la précision de la méthode suivie par l’éditeur et l’intelligence critique de l’hypothèse proposée; elle souligne en même temps l’importance du texte pour une avancée ultérieure des études franciscaines.
Mots-clés: Gilles d’Assise; Dicta; Stefano Brufani.
SOMMARIO
La Nota di lettura presenta il testo di Liviana Bortolussi, originato da una tesi di dottorato presso la Pontificia Università Antonianum di Roma, sul tema delle stimmate di san Francesco nel dibattito novecentesco. Un dibattito, ancora vivo nella francescanistica e non solo, che arriva a coprire solo il primo quarto del XX secolo, fermandosi alla data del centenario delle stimmate (1214-1924). Un tema che ebbe a coinvolgere il dibattito tra scienza e fede in un momento di grande effervescenza positivista.
Parole chiave: San Francesco; Stimmate; Positivismo.
SUMMARY
This article on the theme of the stigmata of St. Francis in the twentieth-century debate originates from the doctoral thesis of Liviana Bortolussi held at the Pontifical University Antonianum in Rome. This debate, which is still alive in the Franciscan studies and not only, covers just the first quarter of the twentieth century stopping at the date of the stigmata’s centenary (1214-1924). It’s a theme that involved the relationship between science and faith in a time of great positivist effervescence.
Keywords: Saint Francis; Stigmata; Positivism.