Rivista L (2010) - fasc. 1
Cette étude ne prétend pas résumer l’immense épopée franciscaine, même de manière très abrégée, mais penser la voie évangélique en rupture avec le voyage identitaire. Après l’évocation du voyage évangélique suivant François d’Assise, nous esquissons d’abord une typologie des voyages franciscains en contrepoint du voyage identitaire: le voyage simultanément évangélique, diplomatique et marchand, le voyage des autres (de ceux qui viennent à notre rencontre, comme celui de Rabban Saumâ, de Pékin à Paris, et qui nous dévoilent en l’occurrence notre identité universitaire, face à une ville où il semble n’y avoir que des écoliers!), le voyage informatif ou d’espionnage, le voyage sapientiel, le voyage testimonial permanent, le voyage merveilleux, le voyage herméneutique (Jean de Marignolli), et le voyage troublant (la représentation de la création), avec la découverte du Nouveau Monde. Nous esquissons quelques formes de voyage ultérieures à la période définie dans le titre pour mieux mettre en perspective celles qui les précèdent et la question de leur réception pratique et textuelle.
This study does not claim to summarize the immense franciscan epic, in a very abbreviated way, but to think of the evangelic way in break with the identitary journey. After the evocation of the evangelic journey according to Francis of Assisi, we sketch at first a typology of the franciscan journeys in counterpoint of the identitary journey: the simultaneously evangelic, diplomatic and trade journey, the journey of the others (of those who come to our meeting, as that of Rabban Saumâ, from Peking to Paris), the informative journey or of espionage, the sapiential journey, the testimonial journey, the wonderful journey, the hermeneutic journey (Giovanni de’ Marignolli), and the disturbing journey, with the discovery of the New World. We sketch some later forms of journey in the period defined to put better in prospect those who precede them and the question of the practical and textual reception.
Nova et vetera: vuole alludere ad antiche citazioni (le più antiche!) relative a Icopone da Todi, rimaste fino ad ora completamente ignorate, e per questo «nuove»; vuole riproporre alcune laude conosciute, alcune anche edite (o mal edite), ora presentate nella loro scrupolosa grafia, desunte da alcuni codici trecenteschi della celebre Biblioteca del Sacro Convento di Assisi, con certe varianti sorprendenti. Segnala infine due codici del secolo XV sfuggiti anche all’ultima recente catalogazione dei testi iacoponici.
Nova et vetera: the author alludes to ancient quotes (the oldest ones!) about Iacopone of Todi, which have been completly ignored untill now, and for this reason they are mentioned as “new”. He proposes some laudes (praises) well-known, some of them are already published (or incorrectly published), and now they are submitted with their meticolous hand-writing. These laudes are gleaned from some codices of XIVth century of the Library of Sacro Convento in Assisi, with some surprising details. Finally, the author indicates two codices of the XVth century which aren’t refered also in the last catalogue on Iacopone’s books and that is edited recently.
Lo studio riguarda i rapporti tra i Serassi, famosi organari bergamaschi attivi dal 1720 al 1895, tra i più celebri dell’Italia ottocentesca (dal 1781 al 1870), e il noto organista padre Davide da Bergamo (Felice Moretti, 1791-1863), minore riformato. Tra loro c’è una lunga sincera amicizia. Da questa stima è nata una delle opere più importanti della storia organaria italiana: il magnifico Serassi (1824-1838, op. 537) della ducale chiesa basilica di Santa Maria di Campagna di Piacenza, annessa al citato convento. Grazie al buon numero di lettere (ventinove) di padre Davide ai Serassi, dal 1822 al 1862, caratterizzate da uniformità di tema ed estese in un arco di tempo considerevole, è possibile trarre alcune linee guida della professionalità del rinomato frate e dei rapporti con i celebri organari. Ne emerge una figura competente, volitiva e leale, che tiene conto dell’onestà, del giusto prezzo, dell’esatto adempimento contrattuale, e che si fa garante delle parti contraenti. Dalla corrispondenza traspare una proficua sincera intesa tra due grandi della storia organaria e organistica italiana dell’Ottocento.
The study concern the relationships among the «Serassi», famous «organari bergamaschi» (1720-1895) and the well known organist «Padre Davide» from Bergamo (Felice Moretti, 1791-1863). From their long and sincere friendship was born a respect that has produced one of the most important works of the italian «organaria» history: the magnificent Serassi (1824-1838, op 537), situated in the basilica «Santa Maria di Campagna» of Piacenza. From the copious correspondence (29 letter from 1822 tho 1862) of Father Davide to the Serassi professionalism, competence, honesty and sincerity emerge in the relationships of the famous monk with the well-knowm «organari».
La figura e l’opera di Pietro Balestra (1841-1912) è certo meritevole di ricordo e di maggiore conoscenza. Nato nella Valle Argentina – fra Ventimiglia e San Remo – da famiglia socialmente stimata, il ragazzo volle entrare nei francescani conventuali: fu parroco per un ventennio di San Francesco d’Albaro in Genova, ricostituì la provincia ligure dell’Ordine, fu eletto vescovo di Acqui (1895-1900) e poi arcivescovo di Cagliari fino alla morte. In ogni mansione rivestita manifestò zelo instancabile, efficacia pastorale, tensione apostolica, doti di governo, superando difficoltà di ogni genere e subendo persecuzioni, inevitabili per gli onesti. L’azione di monsignor Balestra come metropolita della Sardegna fu quanto mai lungimirante e incisiva.
Both the figure and the work of Pietro Balestra (1841-1912) are certainly worth remembering and deeper knowledge. Born in Valle Argentina (between San Remo and Ventimiglia) from a socially esteemed family, the young boy wanted to join the conventual franciscans: later he became the Parish priest in the church of San Francesco d’Albaro, Genoa, for 30 years where he re-established the Ligurian province of the religious Order. Then he was eleged bishop of Acqui (1895-1900) and archibishop of Cagliari till his death. He showed untiring fervour, pastoral skills, apostolic strain, a very gifted man. He overcame many different difficulties, undergoing persecutions, unavoidable for honest people. Monsignor Balestra’s action as metropolitan of Sardegna was really far-sighted and incisive.
L’autore discute due recenti pubblicazioni di Serena Romano dedicate alla presenza di Giotto a Padova e in particolare nella basilica del Santo. Sono esaminate la questione del presunto giuspatronato di Enrico Scrovegni sulla cappella di Santa Caterina, e l’iconografia dei frammentari cicli di affreschi nella Sala del Capitolo (soprattutto il Martirio dei francescani a Marrakesh, la Loggia con santi e profeti) e nell’andito della portineria (i due Alberi mistici). I dipinti in questione vengono interpretati in stretto rapporto con la cultura e le esigenze comunicative dei francescani del Santo che li hanno commissionati..
The author discusses two recent publications of Serena Romano dedicated to the presence of Giotto in Padua and in particular in the Basilica del Santo. He examines the issue of the presumed patronage of Enrico Scrovegni on the chapel of St. Catherine, the iconography of the fragmentary fresco cycles in the chapter hall (especially the Martyrdom of the Franciscans in Marrakesh, the Lodge with the saints and prophets) and in the andito della portineria (the two Mystical Trees). The paintings in question are interpreted in close relationship with the culture and the communicative needs of the Franciscans of the Santo who commissioned them.
Il IV congresso internazionale scotista, promosso dalla «Societas Internationalis Scotistica» sul tema «Regnum hominis et regnum Dei», si tenne a Padova dal 24 al 29 settembre 1976 presso l’Istituto Teologico S. Antonio Dottore, dei frati minori conventuali, con l’apertura al Palazzo Centrale dell’Università e una sessione plenaria nella Sala dei Giganti alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Organizzatore e intelligente regista del congresso fu padre Pietro Scapin, del quale viene messa in luce, mediante un carteggio inedito, la più che decennale amicizia e collaborazione con padre Carlo Balic´ nella costituzione della Società scotista, nella preparazione (assieme a padre Adriano Borak) del precedente congresso di Vienna (1970), nella laboriosa gestazione del «Bollettino» informativo e nella conduzione della «Societas Internationalis Scotistica», nonché nella fraterna vicinanza durante la progressiva degenerazione delle condizioni fisiche del medesimo padre Balic´.
Da un’altra lettera di questi a padre Scapin (12.04.73) si viene a sapere che originariamente il IV congresso scotista del 1976, secondo i suggerimenti del prof. Wolfgang Kluxen, avrebbe dovuto aver luogo a München sul tema «de divina acceptatione» dei meriti nella dottrina scotiana e in quella dei riformatori, con due relazioni base: una del prof. Werner Dettloff (per i cattolici) e un’altra del prof. Wolfhart Pannenberg (per i riformati), con un intento schiettamente ecumenico; in seguito, però, una discussione allargata in seno alla Società scotista portò alla scelta di Padova, in considerazione anche delle sue maggiori opportunità logistiche e con un più accessibile ampliamento tematico (Regnum hominis et regnum Dei). Del congresso patavino del ‘76 vengono forniti alcuni dati esterni attinenti il suo svolgimento e qualche cenno ai maggiori apporti teoretici, poi raccolti da padre Camillo Bérubé nei due volumi di Atti, il secondo dei quali concerne la «sectio specialis» dei lavori, dedicata alla «Tradizione scotista veneto-padovana» dal Trecento all’Ottocento: una innovazione, questa, che fece scuola anche per i successivi congressi in altre nazioni.
The 4th International Congress “Scotus”, promoted from “Societas Internationalis Scotistica” with the theme “Regnum hominis et regnum Dei”, has been held on the 24th - 29th September in 1976, at the premises of the Conventual Franciscans, in the Institute of Theology “S. Antonio Dottore”, Padua. During this activity, there was the opening of the Central Palace of the university, and has been organised a lecture in the Giants’ Theatre at the faculty of philosophy.
Fr. Pietro Scapin was the professional recorder and organizer of the Congress, in which, from his unpublished correspondence has been found that he had a very good co-operation with Fr. Carlo Balic´, for the constitution of the Scotus Society, for the organization of the previous congress in Wien in 1970 (also with Fr. Adriano Borak), for the hard work in structuring the “Bollettino”, and for the management of the “Societas Internationalis Scotistica”. Unforgotten is the brotherhood relationship between the two during the difficult last days of life of Fr. Balic´.
From a letter addressed to Fr. Scapin dated 12.04.1973, has been identified that originally the 4th International Congress of the 1976, according to the suggestions of prof. Wolfgang Kluxen, the Congress had to be at München with the theme “De divina acceptatione” regarding the doctrine of Scotus and the Reformers, along with two basic reports of: prof. Werner Dettloff (on the side of Catholics), and prof. Wolfhart Pannenberg (on the side of the Reformers). However, a long internal discussion in the Society has chosen Padua for the 4th Congress, they have been also considered the reasonably great opportunities, and even for a better ample theme (“Regnum hominis et regnum Dei”).
Of the 4th Congress, we have available information relevant to its development and to the theoretically causes, which have been inserted by Fr. Camillo Bérubé into two volumes of Acts, in which the second one contains “sectio specialis” of the work, dedicated to the “Tradizione scotista Veneto-padovana” from ‘300 to ‘800: this is an innovation which teaches the following congresses of the other nations.