Rivista XXXVIII (1998) - fasc. 3

Studi e Testi
Colalucci Gianluigi
pp. 285-292
Il restauro della lunetta di Andrea Mantegna raffigurante i santi Antonio e Bernardino adoranti il monogramma «IHS»
II.98.3.01

Nell'intervento sono presentati i risultati dei restauri della lunetta di Andrea Mantegna raffigurante i santi Antonio da Padova e Bernardino da Siena nell'atto di presentare il monogramma di Cristo IHS, già situata nella centina del portale maggiore della basilica del Santo. Dopo accurate indagini effettuate per far luce sullo stato dell'affresco e del monogramma metallico, rimasti per lungo tempo all'aperto e che nei secoli avevano subito diversi restauri, si è giunti alla conclusione che l'opera è stata eseguita su buon fresco in tredici giornate; grazie alle necessarie analisi chimiche si sono ricostruite le mappature dello stato di conservazione e della tecnica esecutiva. Il restauro, iniziato nell'estate del 1997, ha portato al recupero del testo pittorico originale e delle tracce della missione e della doratura dei raggi sottili e diritti al centro della corona circolare; il monogramma metallico è stato pulito riportando alla luce le dorature originali a caldo e i tratti del bulino. Si è scelto, infine, di non applicare trattamenti protettivi sulla pellicola pittorica per non compromettere la durata del restauro. Ogni momento dell'intervento di recupero è stato documentato da numerose foto in bianco e nero.

The author presents the results obtained from the restoration of the lunette by Andrea Mantegna depicting st. Anthony of Padova and st. Bernardine of Siena while presenting the monogram of Christ "IHS" and which was once placed over the main entrance of the Basilica of Saint Anthony. After having accurately checked the conditions of both the fresco and the metal monogram - which were kept exposed to the natural agents for a long time and have undergone various restorations during the last centuries - the scholars have drawn the conclusion that this work had been carried out on good fresco in the thirteen days. Thanks to specific chemical analyses, they have also reconstructed the conditions of the various parts the whole fresco consists of, and the technique used by the artist. With the restoration started in the summer 1997 it has been possible to get back to the original painting and to the traces of the missione and of the gilding on the thin and straight rays in the middle of the "tondo". The restores have not applied any protecting treatments on the painting in order to not endanger its duration. Each phase of the restoration has been documented by numerous photographs in black and white.

Italiano
De Nicolò Salmazo Alberta
pp. 293-311
L’affresco di Andrea Mantegna al Santo: un incontro di «maestosa gravità»
II.98.3.02

Il restauro dell'affresco che decorava la lunetta del portale maggiore del Santo e che oggi è ricoverato nel Museo Antoniano ha restituito alla ricerca scientifica l'opera più antica di Andrea Mantegna, dove pittura e scultura contribuiscono in maniera originale e spettacolare alla messa in scena di una composizione unitaria improntata sulla finzione di una realtà che tiene conto del punto di vista dell'osservatore. La lettura dell'affresco, inedita per la nostra generazione, consente una restituzione certa del linguaggio espressivo del maestro nel 1452 ed offre nuovi dati per una più sicura valutazione delle perdute "Storie di san Giacomo" che rivestivano le fasce mediana e inferiore della parete sinistra della cappella Ovetari agli Eremitani. L'analisi del monogramma bernardiniano, restituito alla sua veste originale, consente poi un'attribuzione certa all'orefice Nicolò detto "del Papa", che ci appare oggi persona dall'identità sicura.

The oldest work by Andrea Mantegna, which once decorated the lunette over the main entrance of the Basilica of St. Anthony and that is now kept in the Museo Antoniano, has been returned to the scientific research after restoration. In this fresco, painting and sculpture contribute in an original and scectacular way to create a unitarv composition in which the observer's point of view is also taken into account. The interpretation of the fresco is a new experience for our generation but it makes it possible to bring the master's expressiveness back to its form as it certainly was in 1452 and also to obtain new pieces of information which can be used for a more reliable valuation of the now lost "Stories of St. James" which covered the middle and lower sections of the left wall in the Ovetari Chapel - Eremitani Church. In the end, the examination of the restored monogram coined by Bernardino makes it possible to ascribe it for a certainty to the goldsmith Nicolò called "del Papa".

Italiano
Baldissin Molli Giovanna
pp. 313-330
Problemi iconografici del san Bernardino di Andrea Mantegna
II.98.3.03

Cercare di capire il contenuto iconografico della lunetta del Mantegna e il perché della presenza accanto a sant'Antonio della figura di san Bernardino sono gli scopi che si è proposto questo intervento. Sono state inoltre analizzate le tappe della predicazione bernardiniana e la diffusione, stimolata dallo stesso santo, del trigramma con il nome di Gesù, oltre a cercare di ricostruire il modo in cui egli è stato ritratto e di come l'arte padovana abbai avuto il merito di elaborarne una immagine di profilo che si diffuse poi in tutta l'Italia settentrionale. Da ultimo l'autrice ha cercato di svelare il significato di un intrigante oggetto, formato da un contenitore cilindrico sormontato da una sfera verde, rappresentato ai piedi del santo. Probabilmente la presenza di questo oggetto, che può essere identificabile con un contenitore aromatario legato all'assistenza agli appestati, deve essere correlata, anche in questo caso, alla presenza a Padova di san Bernardino che in prima persona durante la sua vita si occupò dei malati di peste.

The subjects proposed by this article are th following: to try to interpret the iconographical content of the lunette by Andrea Mantegna and to understand the reason why st. Anthony is portrayed together with st. Bernardine. The authoress has taken into consideration the stages of st. Bernardine's preaching and the spread of the monogram with Christ's name - spurred by the saint himself - and has also tried to reconstructed the way in which his portrait was drawn in profile by paduan artists and then spread throughout northern Italy. Moreover, the authoress has tried to explain what the intriguing object represented at the saint's feet can be; it is made of a small cylindrical container surmounted by a green sphere. Probably it is a container for aromas which were once used for the treatment of the plague-stricken and its representation in this work must be correlated with st. Bernardine, who lived also in Padua and had to do with plague-stricken during his life.

Italiano
Mariani Canova Giordana
pp. 331-340
Influssi mantegneschi nella miniatura padovana del Quattrocento
II.98.3.04

Nell'ambito degli studi su Mantegna, in questo intervento si è voluto porre in evidenza come la miniatura rinascimentale padovana "all'antica" si radichi sulle esperienze pittoriche dell'artista, a cui sembra si possa attribuire proprio il primo esempio di figurazione libraria di chiara impronta rinascimentale nel Veneto, e più precisamente un "Gesù Bambino" miniato su un esemplare del "Chronicon" di Eusebio.
Il manoscritto datato 1450, segna appunto l'inizio di un tipo di decorazione attribuibile ad artisti padovani e non, tra i quali Girolamo da Cremona, il "Maestro dei putti" e Giovanni Vendramin, che nel corso della seconda metà del XV secolo sentono molto l'influenza dell'attività di Mantegna all'interno della cappella Ovetari e delle contemporanee esperienze di Donatello a Padova, attuandone una loro personale rivisitazione.

In this article the author has underlined the way in which paduan renaissance "all'antica" art of miniature was influenced by Mantegna's pictorial experiences, to which can likely be attributed the first example of renaissance-marked book figuration in the Veneto-area, i.e. the "Holy Child" miniated in a copy of the "Chronicon" by Eusebius. This manuscript dates back to 1450 and it marks the beginning of the spread of a new kind of book decoration which can be ascribed to artists such as Girolamo da Cremona, the "Master of the Putti" and Giovanni Vendramin, who worked in the second half of the 15th century under the influence of Mantegna's painting in progress in the Ovetari Chapel and of Donatello's experiences in Padua in that same period.

Italiano
Gallo Donato
pp. 341-354
San Bernardino da Siena a Padova: predicazione, devozione civica e culto
II.98.3.05

Tra i molti predicatori itineranti passati per la città di Padova durante il secolo XV, san Bernardino da Siena fu senza dubbio il più celebre. Le sue soste principali a Padova corrispondono a momenti significativi della sua missione, i due cicli di prediche nel 1423 e nel 1443. L'affresco dipinto dal giovane Andrea Mantegna (1452) con sant'Antonio e san Bernardino davanti al trigramma del Nome di Gesù sul portale maggiore della basilica antoniana, fu la prima importante espressione del culto per il santo di Siena a Padova, appena canonizzato. La committenza, anche se non documentabile direttamente, va inquadrata nei rapporti tra il convento del Santo e l'amministrazione dell'Arca. Quest'ultima istituzione fu espressione peculiare dei ceti dirigenti di Padova del Quattrocento quando la città, divenuta politicamente soggetta a Venezia, mantenne e irradiò la sua ricca tradizione religiosa e culturale, grazie alla sua Università.

With no doubt st. Bernardine of Siena was the most famous of all the itinerant preachers who came to Padua during the 15th century. His most important stays in thie town corresponded to significant moments of his mission, i.e. his two cycles of preaching in 1423 and in 1443. The fresco which was paint by the young Andrea Mantegna (1452) portraying St. Anthony together with St. Bernardine kneeled in front of the monogram of Christ's name and which was placed over the main entrance of the Basilica, was the first important expression of the veneration in Padua for the saint of Siena, who had just been canonized. There is no direct written evidence of the client who commissioned this work of art, in any case he must have been involved in the relations between the convent of the Basilica and the administration of the Arca. In the 15th century this institution was represented by the ruling classes in Padua; although at that time this town was politically subject to Venice, it kept and spread its religious and cultural tradition thanks to his university.

Italiano
Magani Fabrizio
pp. 355-380
La «fortuna» di Andrea Mantegna a Padova tra Settecento e Ottocento
II.98.3.06

Nel contesto della vita culturale padovana, tra la fine del Settecento e i primi decenni del secolo successivo si assiste al rifiorire del culto nei confronti della passata civiltà artistica, che vede impegnare le migliori intelligenze cittadine nello studio di Andrea Mantegna.
Tra fenomeni di mercato artistici, collezionismo e casi di editoria specializzata sostenuta da embrionali forme di libro illustrato da incisioni, figure come Canova, Brandolese, Moschini, Sasso, Nalesso prendono parte al più generale caso di recupero dell'arte del Tre e Quattrocento che si è ormai da tempo accettato di definire "fortuna dei primitivi".
In tale panorama si distingue la personalità di Giovanni de Lazara, il nobile padovano attento collezionista di stampe mantegnesche e promotore delle più importanti iniziative di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico cittadino del XV secolo.

Between the end of the 18th century and first decades of the following century, in the cultural framework of the paduan life the passion for the artists of former times was rekindled and the most important paduan scholars devoted themselves to the study of Andrea Mantegna.
The development of the art-market, of the hobby of collecting works of art and the publishing trade specialized in etching-illustrated books then at an early stage were phenomena of a more general process in which figures such as Canova, Brandolese, Moschini, Sasso and Nalesso took part by reappreciating the 14th and 15th century art, which hand been accepted as the "primitives luck".
In this context, the paduan nobleman Giovanni de Lazara stood out; he was an alert collector of etchings reproducing works by Mantegna and the promoter of the most important enterprises for the increase in value and the protection of the XV century art property of the town.

Italiano
Spiazzi Anna Maria
pp. 381-385
Il restauro dei frammenti del ciclo di affreschi della Cappella Ovetari agli Eremitani
II.98.3.07

Nell'intervento vengono presentati i criteri metodologici attuati nella prima fase del restauro e della catalogazione dei frammenti di affreschi della cappella Ovetari. Ricostruite sinteticamente le vicende conservative del ciclo, viene illustrato il recente restauro, che ha portato a un ordinamento razionale dei frammenti e alla loro documentazione fotografica, trasferita su CD-ROM. Su tali premesse è stato possibile dare avvio al progetto di ricomposizione virtuale dei frammenti tramite immagini computerizzate.

In the report the author presents the methodological criteria put into effect in the first phase of the restoration and catalogation of the fragments of Cappella Ovetari's frescoes. After a concise reconstruction of the conservative visissitudes of the cycle, the recent restoration is described, which has led to a rational organization of the fragments and to their photographic documentation, then transferred on CD-ROM. Starting from these premises, it has been possible to set up the project of virtual recomposition of the fragments trough computerized images.

Italiano
Note e Ricerche
Sirgado Ganho Maria De Lourdes
pp. 387-392
Sant’Antonio nei Sermoni di P. Antonio Vieira S.J. (1608-1697)
II.98.3.08

Del gesuita p. Antonio Vieira (1608-1697), apostolo della evangelizzazione del Brasile, sono noti nove sermoni dedicati alla figura di sant'Antonio di Padova. L'autrice si sofferma su due di questi: uno che, a partire dal versetto matteano "Vos estis lux mundi", richiama la necessità di una testimonianza di vita, un secondo che utilizza l'episodio della predica ai pesci del "Liber miraculorum" e che il Vieira applica alla difficile situazione presente nelle colonie nel rapporto tra colonizzatori e indios. Due spie che illuminano l'impegno dei gesuiti nella difesa degli indios, utilizzando la memoria, non solo devozionale, del santo portoghese.

The jesuit p. Antonio Vieira (1608-1697) an apostle of the evangelization in Brazil, wrote nine sermons dedicated to the figure of sant'Anthony of Padova. The authoress of this article dwells upon two of such sermons: in one of them, starting from the verse quoted from the Gospel according to St. Matthew "Vos estis lux mundi", one's attention is drawn to the necessity of giving evidence of it trough one's own action; in the other sermon, p. Antonio Vieira quotes the episode of the preach to the fishes from the "Liber miraculorum" to explain the difficult situation existing in the colonies in the relations between colonizers and indians. Both these sermons shed light upon the Jesuit's task of defending the indians, which had been undertaken remembering - not only for devotion - the portuguese saints deeds.

Italiano
Di Orsio Stefano
pp. 393-416
Rassegna e rilievi critici a proposito di una nuova storia dei Frati Minori Conventuali
II.98.3.09

Viene presentata una rassegna del volume: ROBERT MELNICK-JOSEPH WOOD, OFMConv, "Franciscans Conventual, Friars of the Community", Edizioni Messaggero, Padova 1996, XVI-144 pp., ill. col., uscito anche in lingua italiana per la traduzione di Valerio Sabbadin (1996) e in lingua croata per opera di Zvonimir Zlodi (1998). L'opera, che presenta allo sguardo una raffinata veste tipografica, percorre in otto capitoli l'esperienza spirituale di san Francesco d'Assisi e le vicende storiche (fino ai nostri giorni) della famiglia religiosa da lui fondata, i Frati Minori, detti poi Conventuali, e la genesi delle riforme dell'"Osservanza". Gli Autori dichiarano "Riflettendo sugli avvenimenti e le speranze che hanno caratterizzato i nostri predecessori, la nostra identità di francescani conventuali si ricrea ogni giorno" (p. XV). Tali intenti sono apprezzabili e condivisibili. Suscitano tuttavia perplessità le carenze bibliografiche di riferimento riscontrate nell'opera, l'incerta conoscenza di alcuni nodi della storia francescana, l'inesattezza di varie date e, nell'edizione croata, l'inserimento (ad insaputa degli Autori) di una acritica accettazione della leggenda seicentesca che il papa Conventuale Sisto V fosse di famiglia croata, male interpretando il suo uso della lingua italiana negli scritti che di lui ci rimangono. Sarebbe dunque desiderabile una rielaborazione di quest'opera avvalendosi di una metodologia criticamente più corretta.

This is a survey of the work: ROBERT MELNICK-JOSEPH WOOD, OFMConv, "Franciscans Conventual, Friars of the Community", Edizioni Messaggero, Padova 1996, XVI-144 pp., ill. col., which has been translated in Italian by Valerio Sabbadin (1996) and in croatian by Zvonimir Zlodi (1998). Published in a refined lay-out, this work is about the spiritual experience of st. Francis of Assisi and the historical vicissitudes of the religious order he founded the Minor Friars, later called Conventuals - and the origin of the reforms in the "Observance". The authors of this work state that their identity as Franciscan Conventuals is renewed wery day by their reflections upon the experiences and hopes of their predecessors; such intentions can only be appreciates and shared. Some perplexities about this work are however caused by its inadequate bibliography, the uncertain knowledge of some franciscan historical events, various incorrect dates, and, in the croatian version, the insertion - without the knowledge of the authors of the acceptance of a 17th century legend, according to which the Conventual pope Sistus V belonged to a croatian family; it follows that his use of italian in the writings he left is misinterpreted. Therefore, it would be desirable that this work were revised with a more correct critical methodology.

Italiano
Bruzzone Gian Luigi
pp. 417-426
Cinque lettere inedite di Giordano Pallantieri, Junior, OFMConv
II.98.3.10

Il contributo, oltre a presentare la figura del francescano ed acclamato predicatore Girolamo Pallantieri (1620-1685 circa), ne focalizza l'amicizia con l'agostiniano Angelico Aprosio (1607-1681), fondatore della Biblioteca Aprosiana ed attivissimo promotore culturale. Più in generale, fa intuire il reticolato di rapporti con studiosi, letterati, tipografi ed uffici censori frequente negli eruditi del Seicento.

These notes present the figure of the franciscan and acclaimed preacher Girolamo Pallantieri (1620-1685 about) and also underline his friendship with the augustinian Angelico Aprosio (1607-1681), who was the founder of the Aprosiana Library and a very active cultural promoter.
More in general, these notes suggest that he had numerous acquaintances with scholars, men of letters, printers and censorial offices. This kind of relation was frequent among scholars in the 17th century.

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