Rivista LXIV (2024) - fasc. 1-2

Studi e Testi
Nausica Morandi
pp. 7-122
Per un ‘‘corpus’’ delle sequenze dedicate a sant’Antonio di Padova: testi e intonazioni musicali
II.24.12.01

SOMMARIO
Le sequenze dedicate a sant’Antonio, pur presenti in contesti diversi, sembrano avere avuto una diffusione in aree circoscritte, rimanendo perlopiù estranee alla liturgia dell’Ordo missalis per la festa del Santo. Il presente contributo si è proposto di analizzare le fonti attestate dagli studi precedenti, spesso parziali, e di identificare ulteriori testimoni ancora esistenti, sconosciuti ai repertori e alla letteratura di riferimento, per poi procedere alla trascrizione e all’analisi comparativa sia dei testi che delle intonazioni delle tredici sequenze individuate. Le fonti cosı` riunite (quarantadue), che spaziano dal secolo XIII al XVII, in maggioranza redatte per comunità francescane o comunque per la liturgica conforme all’ordo romano-francescano, non rappresentano tuttavia un corpus omogeneo: dal loro insieme emergono elementi che agevolano significativamente la conoscenza e l’analisi sia testuale che musicale delle sequenze per sant’Antonio e della loro tradizione. I testi intonati, spesso ispirati all’Ufficio ritmico di sant’Antonio composto da Giuliano da Spira nella prima meta del secolo XIII, presentano la classica forma poetica della sequenza vittorina; procedimento analogo viene utilizzato anche per le intonazioni musicali che in più casi mutuano direttamente o parafrasano quelle proprie di composizioni preesistenti. Per ciascuna delle sequenze conosciute è stata predisposta una scheda con informazioni essenziali sulle fonti, i riferimenti bibliografici, l’edizione del testo e, in nove casi su tredici, di una o più intonazioni musicali.
Parole chiave: Sequenze; Sant’Antonio di Padova; Fonti manoscritte; Fonti a stampa; Testimoni musicali.

ABSTRACT
The sequences dedicated to St. Anthony, although present in different contexts, seem to have had a diffusion in circumscribed areas, remaining mostly outside the liturgy of the Ordo missalis for the feast of the saint. This paper set out to analyze the sources attested by previous studies, often partial, and to identify additional surviving manuscripts unknown to the relevant repertories and literature, and then proceed to transcribe and comparatively analyze both the texts and intonations of the thirteen identified sequences. The sources thus assembled (forty-two), ranging from the 13th to the 17th century, mostly written for Franciscan communities or at least for liturgy conforming to the Roman-Franciscan ordo, do not, however, represent a homogeneous corpus: from their entirety, elements emerge that significantly facilitate both textual and musical knowledge and analysis of the sequences for St. Anthony and their tradition. The intoned texts, often inspired by the Rhythmic Office of St. Anthony composed by Julian of Spire in the first half of the 13th century, present the classic poetic form of the Victorian sequence; similar procedure is also used for the musical intonations, which in several cases directly borrow or paraphrase pre-existing compositions. For each of the known sequences, a sheet has been prepared with essential information on the sources, bibliographical references, the edition of the text and, in nine cases out of thirteen, of one or more musical intonations.
Keywords: Sequences; Saint Anthony of Padua; Manuscripts; Printed sources; Musical sources.

italiano
Tiziano Lorenzin
pp. 123-169
Testi biblici ‘‘privilegiati’’ da san Francesco ripresi nei ‘‘Sermones’’ di sant’Antonio
II.24.12.02

SOMMARIO
Antonio nei suoi Sermones ha accolto e rielaborato le figure («seguire le orme di Gesù Cristo», «uscire dal secolo») e i testi preferiti del Nuovo Testamento che avevano accompagnato san Francesco nel suo cammino spirituale: Mt 20,25-28; Mt 7,12; Mt 5,3-12; Lc 22,26; Gv 4,23-24; Gv 6,64; Lc 18,19. Riguardo a quest’ultimo testo («Dio solo è buono»), si è notato come il parallelismo contenutistico per il quale la dossologia dell’omelia di Antonio In Festivitate Apostolorum Philippi et Jacobi, 9, sembra rispecchiare punti precisi delle Laudes Dei Altissimi di Francesco sia confermato innanzitutto dal fatto che il linguaggio usato da Antonio non è quello tipico dei Sermones – infatti solo il sintagma omne bonum ricorre un’altra volta nell’Epilogus dei Sermones dominicales steso, secondo Carlo Paolazzi, da Antonio avendo davanti agli occhi l’esortazione della Regula non bullata XVII ai predicatori – e soprattutto sia attestato da una serie di lemmi più o meno estesi di quest’ultimo testo che appaiono in quello antoniano in forma letterale o leggermente variata e costituiscono un vero e proprio reticolo di corrispondenze intertestuali, che non sembrano frutto di casualità . Possiamo quindi dire che si è passati dal kerygma di Francesco alla theologia di Antonio senza estinguere lo spirito di orazione e di devozione del frate minore, cioè , senza lasciar cadere le parole e le figure bibliche che erano state spirito e vita per Francesco.

Parole chiave: S. Antonio di Padova; Sermoni; San Francesco; Laudes Dei Altissimi; Nuovo Testamento.

ABSTRACT
In his Sermones, Anthony took up and reworked the figures (‘‘following in the footsteps of Jesus Christ’’, ‘‘leaving the world’’) and favourite New Testament texts that had accompanied St Francis on his spiritual journey: Mt 20:25-28; Mt 7:12; Mt 5:3-12; Lk 22:26; Jn 4:23-24; Jn 6:64; Lk 18:19. This last text (which reads: ‘‘God alone is good’’), highlights the content parallelism expressed for instance in the doxology of Anthony’s homily In Festivitate Apostolorum Philippi et Jacobi, 9, which seems to reflect precise points of Francis’ Laudes Dei Altissimi. This is also confirmed by the fact that the language used by Anthony is not that typical of the Sermones. In fact, only the syntagma omne bonum recurs in the Epilogus of the Sermones dominicales written – according to Carlo Paolazzi – by Anthony, having before his eyes the exhortation of the Regula non bullata XVII to the preachers. Above all, it is attested by a series of extensive headwords from the latter text that also appear in the Anthonian version, in a literal or slightly variegated form, constituting a plausible network of inter-textual correspondences, which do not seem to be arbitrary. We can therefore say that there is a passage from Francis’ kerygma to Anthony’s theology done without extinguishing the spirit of prayer and devotion of the friar minor, that is, without dropping the Biblical words and figures that had been the spirit and life for Francis.

Keywords: St. Anthony of Padua; Sermons; St. Francis; Laudes Dei Altissimi: New Testament.

italiano
Davide Tramarin
pp. 171-190
Riforma e umanizzazione dello spazio sacro. Lorenzo da Bologna e la trasformazione di San Francesco Grande a Padova
II.24.12.03

SOMMARIO
Questo articolo si inserisce nell’ampio dibattito dedicato alla trasformazione degli spazi liturgici in Italia nel XV secolo, concentrandosi in particolar modo sulla chiesa dei Minori osservanti di San Francesco Grande a Padova. Come fine ultimo, lo scritto intende offrire alcuni spunti metodologici utili ad approfondire e motivare lo sperimentalismo che anticipò la prassi tipicamente postridentina di abbattimento dei setti divisori, di liberazione delle navate e di spostamento dei cori nelle cappelle maggiori. Un tema tuttora non indagato in modo organico rispetto all’entroterra veneto del Quattrocento.
La trattazione muove da una rapida ricostruzione del contesto politico, religioso e culturale che verosimilmente favorı` questa tendenza, soffermandosi, per Padova, sul ruolo emblematico svolto dal ‘‘‘vescovo riformatore’’ Pietro Barozzi. Al contempo, si sottolinea la portata innovativa dell’architetto Lorenzo da Bologna in quanto aggiornato interprete delle nuove esigenze di ridefinizione e rilancio dello spazio sacro e delle sue funzioni di culto. Rispetto a tale quadro, il suo progetto di trasformazione a San Francesco Grande spicca come un caso esemplare, perche´ in esso verosimilmente si sommarono tutte le caratteristiche alla base dello sperimentalismo architettonico del tempo.

Parole chiave: Padova; Chiesa San Francesco Grande OFMObs; Spazio liturgico; Barozzi Pietro; Lorenzo da Bologna.

ABSTRACT
This article contributes to the broader debate concerning the transformation of liturgical spaces in Italy during the 15th century, focusing especially on the church of the Observant Franciscans of San Francesco Grande in Padua. Its aim is to offer methodological insights for further exploring and explain the experimentalism that foreshadowed the typically post-Tridentine practice of removing dividing walls and freeing up the naves to relocate choirs into the major chapels—a topic still not thoroughly investigated in relation to the inland Veneto region of the 15th century.
The paper begins with a brief reconstruction of the political, religious, and cultural context that likely favored this trend, particularly emphasizing the emblematic role played by the ‘‘reforming bishop’’ Pietro Barozzi in Padua. Simultaneously, it underscores the innovative figure of the architect Lorenzo da Bologna as an updated interpreter of the requirements for redefining and revitalizing sacred space and its worship functions. Within this framework, Lorenzo’s transformation project at San Francesco Grande stands out as an exemplary case, as it likely combined all the characteristics underlying the architectural experimentalism of the time.

Keywords: Padua; San Francesco Grande OFMObs Church; Liturgical Space; Barozzi Pietro; Lorenzo da Bologna.

italiano
Daniele Benati
pp. 191-202
Giotto alla fine del ’200 e la Sala Capitolare del Santo
II.24.12.04

SOMMARIO
Riprendendo alcune osservazioni già avanzate da Alessandro Conti (1973), l’articolo discute la cronologia degli affreschi eseguiti da Giotto nella sala capitolare del convento del Santo a Padova. In particolare, vengono ribadite le affinità con le Storie di san Francesco nella Basilica Superiore di Assisi e con il polittico di Badia (Firenze, Uffizi), eseguito da Giotto poco dopo il 1295. Su questa base, l’autore ipotizza che Giotto abbia affrescato la sala capitolare del Santo prima di recarsi a Rimini, dove risulta aver lavorato subito prima del 1300. Viene inoltre esaminata l’importanza che la decorazione della sala capitolare del Santo ricoprı` per altri analoghi ambienti, come la sala capitolare dell’abbazia di Pomposa.

Parole chiave: Padova: Basilica di Sant’Antonio, Sala capitolare, Cappella Scrovegni; Assisi, Basilica di San Francesco; Firenze, Badia; Pomposa, abbazia di Santa Maria; Rimini, chiesa di San Francesco.

ABSTRACT
Taking inspiration from some observations already made by Alessandro Conti (1973), the article discusses the chronology of the frescoes painted by Giotto in the chapter house of the convent of the Santo in Padua. In particular, the affinities with the Stories of Saint Francis in the Upper Church of San Francesco in Assisi and with the polyptych of Badia (Florence, Uffizi), executed by Giotto shortly after 1295, are reiterated. On this basis, the author believes that Giotto frescoed the chapter house of the Santo before going to Rimini, where he appears to have worked immediately before 1300. The importance that the decoration of the chapter house of the Saint had for other similar rooms, such as the chapter house of the abbey of Pomposa, is also examined.

Keywords: Padua: Basilica of St. Anthony, Chapter Hall, Scrovegni Chapel; Assisi, Basilica of St. Francis; Florence, Badia; Pomposa, Abbey of Santa Maria; Rimini, Church of St. Francis.

italiano
Giovanna Valenzano - Rita Deiana
pp. 203-217
Nuovi apporti dalle analisi delle pitture di Giotto sull’intradosso dell’arco della cappella di Santa Caterina nella basilica di Sant’Antonio a Padova
II.24.12.05

SOMMARIO
Il contributo dà conto delle ricerche condotte nel 2021 in occasione del restauro alle pitture di Giotto sull’intradosso dell’arco della cappella dedicata alle sante Caterina e Angela Merici, nota anche come cappella delle Benedizioni nella basilica di S. Antonio a Padova. Il testo è suddiviso in due parti: la prima, scritta da Giovanna Valenzano, riguarda l’Analisi autoptica e illustra le principali notizie storiche sulla cappella e le ultime ricognizioni sulle pitture, sottolineando gli aspetti specifici sia dello stato di conservazione sia della pittura di Giotto visibili a occhio nudo; la seconda parte, scritta da Rita Deiana, riguarda Le analisi tecnico-scientifiche condotte dal CIBA a supporto del cantiere di restauro del 2021 e completa il quadro multidisciplinare di questo contributo e dell’approccio adottato in questo importante contesto di restauro.

Parole chiave: Giotto; Restauro; Analisi spettroscopiche; Imaging multispettrale.

ABSTRACT
This contribution relates to the research made in 2021 during the restoration of Giotto’s paintings on the intrados of the chapel arch dedicated to St. Catherine, also known as the Chapel of the Benedizioni in the Basilica of St. Anthony in Padua. Two parts compose this text: the first, written by Giovanna Valenzano, concerns the Visual analysis and illustrates the main historical news about the chapel and the latest attribution of these paintings, highlighting the specific aspects of both the state of conservation and Giotto’s painting visible to the naked eye; the second part, written by Rita Deiana, concerns The technical-scientific analyses conducted by CIBA in support of the 2021 restoration completing the multidisciplinary approach of this contribution, generally adopted in this critical restoration context.

Keywords: Giotto, Restoration; Spectroscopic Analyses; Multispectral Imaging.

italiano
Monica Pregnolato
pp. 219-228
L’intervento di Giuseppe Cherubini nella cappella delle Sante Caterina e Angela Merici, tra restauro interpretativo e autonoma invenzione
II.24.12.06

SOMMARIO
Il testo è incentrato sul ruolo che Giuseppe Cherubini (Ancona 1867 - Venezia 1960), pittore restauratore, ebbe tra il 1924 e il 1925, quando per la prima volta venne riportata interamente alla luce la frammentaria decorazione ad affresco della cappella dedicata alle sante Caterina e Angela Merici, attribuibile a Giotto. Cherubini, su incarico della Presidenza della Veneranda Arca di Sant’Antonio, si trovò ad affrontare il restauro di un testo pittorico tanto prestigioso quanto deturpato da un avanzato stato di degrado, dovendo risolvere anche il problema della restituzione estetica della decorazione trecentesca, attraverso un’estesa integrazione pittorica che inequivocabilmente porta l’impronta del suo originale linguaggio stilistico. Il restauro del 2021, con metodo rigorosamente scientifico, oltre al primario obiettivo della restituzione degli affreschi giotteschi, ha salvaguardato anche l’intervento degli anni Venti, nel rispetto della problematica storia conservativa del complesso.

Parole chiave: Padova; Basilica del Santo; Cappella S. Caterina e S. Angela Merici; Giotto; Giuseppe Cherubini; Restauro interpretativo; restauro conservativo.

ABSTRACT
The text focuses on the role that Giuseppe Cherubini (Ancona 1867 - Venice 1960), a painter-restorer, played between 1924 and 1925, when the fragmentary fresco decoration of the chapel dedicated to Saints Catherine and Angela Merici, attributable to Giotto, was first fully brought to light. Cherubini, commissioned by the President of the Veneranda Arca di Sant’Antonio, was faced with the restoration of a pictorial text that was as prestigious as it was disfigured by an advanced state of decay. He also had to solve the problem of the aesthetic restitution of the 14th-century decoration, through an extensive pictorial integration that unequivocally bears the imprint of his original stylistic language. The 2021 restoration, using a rigorously scientific method, in addition to the primary objective of restoring the Giotto frescoes, also safeguarded the intervention of the 1920s, respecting the complex’s problematic conservation history.

Keywords: Padua; Basilica del Santo; Cappella Santa Caterina; Giotto; Giuseppe Cherubini; Interpretive restoration; Conservative restoration.

italiano
Cristina Sangati
pp. 229-236
Il restauro condotto nel 2021 alle pitture di Giotto alla cappella di Santa Caterina e Sant’Angela Merici nella basilica di Sant’Antonio a Padova
II.24.12.07

SOMMARIO
Il restauro dell’arco della cappella di Santa Caterina nella basilica di Sant’Antonio, effettuato nel 2021 sulla base di una precedente proposta progettuale del 2013, è stato condotto in assoluta sinergia e collaborazione tra restauratori, storici dell’arte e diagnosti al fine di studiare e analizzare nel dettaglio l’opera, ma soprattutto con l’obiettivo di supportare scientificamente le scelte di intervento. La peculiarità e specificità di quest’opera, di cui ovviamente l’indirizzo metodologico ha dovuto tenere conto, risiede nella compresenza e sovrapposizione di due registri decorativi: l’affresco giottesco e l’invasivo intervento del 1923 del pittore restauratore anconetano Giuseppe Cherubini. L’attenta analisi delle differenti tecniche esecutive e dello stato di conservazione di intonaci e superfici dipinte ha consentito di eseguire un restauro rivolto in primis agli aspetti specificamente conservativi, nell’intento di contenere e arrestare le principali forme di degrado presenti. Altrettanto importante è stata la volontà di restituire una corretta lettura di insieme dell’opera rendendo il più armonioso possibile il dialogo tra il precedente restauro cherubiniano e l’originale giottesco.

Parole chiave: Padova; Basilica di S. Antonio; Cappella S. Caterina; Restauro; Sinergia; Analisi e documentazione; Doppio registro decorativo; Conservazione; Dialogo armonioso.

ABSTRACT
The restoration of the arch of the Chapel of Santa Caterina in the Basilica of Sant’Antonio, carried out in 2021 based on a previous design proposal from 2013, was conducted in absolute synergy and collaboration among restorers, art historians, and diagnosticians in order to study and analyze the work in detail, but above all with the objective of scientifically supporting intervention choices. The peculiarity and specificity of this work, which the methodological approach naturally had to take into account, lies in the coexistence and overlap of two decorative registers: the Giottesque fresco and the invasive 1923 intervention by the Ancona-born painterrestorer Giuseppe Cherubini. The careful analysis of different execution techniques and the state of conservation of plasters and painted surfaces allowed for a restoration primarily focused on specifically conservative aspects, with the intent of containing and halting the main forms of degradation present. Equally important was the desire to restore a correct overall reading of the work, making the dialogue between the previous Cherubinian restoration and the original Giottesque as harmonious as possible.

Keywords: Padua; Basilica of St. Anthony; St. Catherine Chapel; Restoration; Sinergy; Analysis and documents; Double decorative registers; Conservation; Harmonious dialogue.

italiano
Louise Bourdua
pp. 237-250
Cut-out stencils in fourteenth-century painting: Giotto and his workshop in the Arena Chapel
II.24.12.08

ABSTRACT
The use of cut-out stencils (templates/patroni) by Giotto in the making of the Arena chapel frescoes has not been systematically investigated. Following a review of the literature, I argue that paper cut-out stencils were utilised quite extensively by Giotto’s workshop in the Arena chapel, at least for the heads, opening avenues for further research.

Keywords: Giotto; Padua; Arena chapel; Fresco; Patroni; Stencil; Template.

SOMMARIO
L’uso di ‘‘cartoni’’ ritagliati (sagome/patroni) da parte di Giotto nella realizzazione degli affreschi della cappella dell’Arena non è stato indagato in modo sistematico. In seguito a una revisione della letteratura, sostengo che i ‘‘cartoni’’ di carta ritagliata siano stati utilizzati in modo piuttosto diffuso dalla bottega di Giotto nella cappella dell’Arena, almeno per le teste, aprendo così la strada a ulteriori ricerche.

Parole chiave: Giotto; Padova; Cappella dell’Arena; Affreschi; Sagome; Modelli.

inglese
Frank Fehrenbach
pp. 251-268
Giotto and the Physicists
II.24.12.09

ABSTRACT
The work of Giotto is characterized by the unprecedented visualization of physical forces: weight, pulling, pushing and throwing. My paper situates this observation within the shared, resonant space of the histories of art and science around 1300, with a focus on Giotto’s Saint Francis Receiving the Stigmata (Paris, Louvre). After contextualizing the image within contemporary Franciscan hagiography, I refer to two fields in the history of physics – optics and ballistics – in which Franciscans played a prominent role and which they helped to reshape in a revolutionary way. My reconstruction of shared fields of investigation demonstrates how both art and science around 1300 concurrently pose questions about the transmission, continuation, conceptualization, and representation of physical and physically effective numinous forces.

Keywords: Stigmatization; St. Francis; Optics; Impetus physics; Narrative painting.

SOMMARIO
L’opera di Giotto è caratterizzata dalla visualizzazione senza precedenti di forze fisiche: peso, trazione, spinta e lancio. Il mio intervento colloca questa osservazione all’interno dello spazio condiviso e risonante delle storie dell’arte e della scienza intorno al 1300, con un focus sul San Francesco che riceve le stimmate di Giotto (Parigi, Louvre). Dopo aver contestualizzato l’immagine all’interno dell’agiografia francescana contemporanea, faccio riferimento a due campi della storia della fisica – l’ottica e la balistica – in cui i francescani hanno avuto un ruolo di primo piano e che hanno contribuito a rimodellare in modo rivoluzionario. La mia ricostruzione dei campi di indagine condivisi dimostra come sia l’arte che la scienza intorno al 1300 pongano contemporaneamente domande sulla trasmissione, la continuazione, la concettualizzazione e la rappresentazione di forze numinose fisiche e fisicamente efficaci.

Parole chiave: Stigmatizzazione; San Francesco; Ottica; Fisica dell’impeto; Pittura narrativa.

inglese
Note e Ricerche
Cicero Moraes - Luca Bezzi - Nicola Carrara
pp. 269-272
Il volto del Santo. Un avanzamento nell’approssimazione facciale forense di sant’Antonio
II.24.12.10

SOMMARIO
Il presente lavoro cerca di avvicinarsi alla storia di sant’Antonio per contestualizzare le indagini scientifiche sui suoi resti mortali. In tutto questo, il passaggio decisivo è stata la ricognizione delle sue spoglie avvenuta nel 1981 che ha permesso non solo varie considerazioni antropologiche e patologiche legate al Santo, ma anche la realizzazione di un’accurata replica di cranio e mandibola. La digitalizzazione di tale replica è stata utilizzata nel progetto qui presentato per l’approssimazione del suo volto, nonche´ per una rivalutazione del volume endocranico, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e dati statistici.

Parole chiave: Resti mortali di Sant’Antonio; Tomografica computerizzata; Approssimazione facciale; Computer grafica.

ABSTRACT
This work tries to get closer to the story of Saint Anthony to contextualize the scientific investigations on his mortal remains. In all of this, the decisive step was the recognition of his remains, which took place in 1981, which allowed not only various anthropological and pathological considerations linked to the Saint, but also the creation of an accurate replica of the skull and mandible. The digitization of this replica was used in the project presented here for the approximation of his face, as well as for a re-evaluation of the endocranial volume, thanks to the use of new technologies and statistical data.

Keywords: Mortal remains of Saint Anthony; Computed tomography; Facial approximation; Computer graphics.

italiano
Nicoletta Giovè Marchioli - Marco Guida - Stefano Brufani - Antonio Rigon
pp. 273-287
‘‘Lumen vitae et scientiae’’. Saggi e studi francescani
II.24.12.11

SOMMARIO
La presenta Nota offre gli interventi tenuti nel mese di novembre 2023 in occasione della presentazione del volume di Luciano Bertazzo, Lumen vitae et scientiae. Saggi e studi francescani (Spoleto 2022).

Parole chiave: Bertazzo Luciano ofmconv.; Studi francescani; Centro Studi Antoniani; San Francesco; Sant’Antonio di Padova.

ABSTRACT
This Note offers the speeches given in November 2023 on the occasion of the presentation of Luciano Bertazzo’s volume, Lumen vitae et scientiae. Saggi e studi francescani (Spoleto 2022).

Keywords: Bertazzo Luciano ofmconv.; Franciscan Studies; Centre for Anthonian Studies; St Francis; St Anthony of Padua.

italiano