Rivista XLVI (2006) - fascc. 1-2

Studi e Testi
Di Maio Andrea
pp. 7-53
Espliciti richiami e taciti legami: Antonio e Francesco; Bonaventura e Antonio
II.06.12.01

Sebbene in modo trasversale e fluido, l’Ordine minoritico ha manifestato alcune peculiarità culturali e spirituali grazie ai 'legami' effettivi (a volte inconsapevoli o taciuti) e ai 'richiami' espliciti (a volte fittizi) dei singoli col gruppo e con la sua radice, ossia con Francesco (o a volte con una qualche immagine di lui). Qui si ipotizza che esista un 'paradigma' francescano della predicazione e che esso abbia contribuito a formare un 'Gemeingut' caratterizzato dalla riedificazione personale ed ecclesiale mediante le virtù; e che esistano in qualche modo legami e dipendenze testuali di Antonio rispetto a Francesco e di Bonaventura rispetto ad Antonio, dipendenze peraltro taciute sia da Antonio (forse per la riservatezza dettata da una minorità fatta propria), sia da Bonaventura (probabilmente per motivi di opportunità, dovendo sostituire al vecchio un nuovo modello di studio nell’Ordine). In particolare, si prova a rileggere in questa prospettiva il biglietto di Francesco ad Antonio, i sermoni di Antonio sui gigli del campo e per l’Ottava di Pasqua, e la prima e la ventiduesima collazione di Bonaventura sui giorni della creazione. Nella consapevolezza della provvisorietà dei risultati, si propone all’attenzione degli studiosi una possibile pista di ricerca, con l’auspicio che in particolare dall’esame comparativo testuale e lessicale dei testi antoniani e bonaventuriani possano emergere interessanti scoperte.

Although in a transversal and smooth way, the Order of the Friars Minor has revealed some cultural and spiritual peculiarities thanks to the real 'bonds' (sometimes unaware or untold) and to the explicit 'quotes' (sometimes fictitious) of individuals with the group and with its roots, in other words with Francis (or at times with some of his images). Here the existence of a Franciscan 'paradigm' of preaching is hypothesised and it is thought that it may have contributed to the creation of a 'Gemeingut' characterised by personal and ecclesiastical re-edification by means of virtue; and there exists also, in some way, written bonds and dependency of Anthony towards Francis and of Bonaventure towards Anthony, dependencies which have been kept untold by both Anthony (maybe for the discreet nature suggested by a sense of minority which was characteristic of him) and Bonaventura (probably for opportunistic reasons, in his need to replace the old with a new model of study within the Order). In particular we should try reading from this perspective the short note that Francis wrote to Anthony, Anthony’s sermons on lilies and on the Octave of Easter, and the first and twenty second collationes of Bonaventure on the days of the creation. In the consciousness of the temporariness of the results, it is suggested that the researchers should focus their attention on a possible search pathway, with the good omen that the textual and lexical comparison of the Anthonian and Bonaventurian texts in particular may produce interesting discoveries.

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Nessi Silvestro
pp. 55-102
Biografia critica di Iacopone da Todi
II.06.12.02

Il contributo offre una nuova biografia del celebre poeta francescano di Todi del sec. XIII, ricostruita mediante un esame critico dei pochi documenti che lo riguardano e delle tarde fonti agiografiche poco attendibili, sulla scorta, inoltre, delle laude autobiografiche sicure. Particolare attenzione viene posta al suo matrimonio con la presunta Vanna dei conti di Valdimezzo, alla partecipazione al movimento colonnese antibonifaciano, alla sua data di morte, fissata alla data del 1304, anziché quella universalmente recepita del 1306.

This essay presents a new biography for the renowned Franciscan poet from Todi (XIII century). A biography reconstructed thanks to a critical evaluation of few documents that tell of his story and of the late, non reliable hagiographic sources, as well as on a reserve of the certain autobiographic lauds. Particular attention is paid to the alleged marriage with Vanna dei conti di Valdimezzo, to the participation to the Colonnese movement against Boniface, and to his date of death, set in 1304 rather than in 1306 as universally accepted.

Italiano
Moretti Felice
pp. 103-148
Francesco d'Assisi. Un santo che giocava con gli animali
II.06.12.03

Si evidenziano gli aspetti ludici dell’amore naturale e spontaneo di Francesco d’Assisi verso gli animali. Questo rapporto privilegiato d’affetto, di simpatia e complicità fra Francesco e gli animali è ricco di interesse per il senso del gioco che è una cifra importante per la personalità del Santo e che esprime attraverso vari episodi con un linguaggio reale, libero da figurazioni mitiche e simboliche. La frequenza e l’intensità di questo rapporto d’affetto e simpatia col mondo animale, da cui non sono esclusi né gli animali selvatici né gli animali dalla ferocia mandibolare come i lupi «d’antica viziosità» emergono in tutta la loro efficacia. Nell’episodio del lupo di Gubbio si potrà cogliere l’aspetto ludico-gestuale dei due protagonisti, propedeutico alla sanzione di un patto di non belligeranza, che si trasforma in rispetto e pace reciproci senza escludere quel processo di metamorfosi del lupo che conferisce alla sua gestualità quella delicatezza propria della ideologia cavalleresca, concretizzata dal movimento gentile di porgere la sua zampa anteriore destra sulla mano del Santo. Francesco, cavaliere gioioso e giocoso con gli animali è stato uomo di sentimento: un uomo fatto sentimento che dialogava con la natura e giocava con gli animali in uno spirito di fratellanza universale.

The principal aim of this work is to point out the playful aspects of the natural and direct love St. Francis had for animals. This love, liking and complicity relationship between St. Francis and the animals is very interesting to understand the sense of playing which characterizes the Saint’s personality and uses a realistic language, free from mythical and symbolic representations. That’s an endless love and liking relationships with the animal world, where neither wild animals nor animals with a fierce mandible, like the wolves and their «long-standing depravation» are left out. In the story concerning the wolf from Gubbio you can gather the two main characters’ playful-gestural aspect producing a feeling of mutual respect and peace and showing a process of the wolf’s metamorphosis which lends to its gestural expressiveness the typical delicacy of the knightly ideology (see the scene where the wolf, kindly, holds out its forepaw on the Saint’s hand). Francis, a joyful and playful knight towards the animals, was a good-natured man who talked to the nature, the animals and the human begins and played with them with a feeling of universal brotherhood.

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Xodo Luca
pp. 149-184
La breve storia di Dona Beatriz Kimpa Vita. La profetessa messianica antoniana e la sua visione socio-religiosa nel Congo del XVIII secolo
II.06.12.04

L’articolo narra la breve ed intensa storia di Dona Beatriz Kimpa Vita che alla fine del XVII secolo, in un travagliato momento politico del regno del Congo, sosteneva di essere sant’Antonio e di avere il compito di restaurare l’antico regno e di far rinascere la vecchia capitale San Salvador, abbandonata a causa delle battaglie tra i diversi contendenti al trono. La donna in poco tempo riuscì a creare attorno a sé una enorme folla di devoti. Nel testo è stato dato ampio spazio alle relazioni di padre Bernardo da Gallo e padre Lorenzo da Lucca testimoni delle vicende legate alla giovane profetessa sino alla sua tragica esecuzione avvenuta nel 1706.

The article tells the short and intense life of Dona Beatriz Kimpa Vita. She pretended at the end of 17th century, during a troubled political time in the kingdom of Congo, to be saint Antony. Furthermore she sustained to have the restablish the ancient reign and bring back to life the old capital of Saint Salvador; the town had been abandoned because of battle between several rivals to the throne. She, in a short time, managed to rise around her a crowd of devotes. In the text it has been given wide space to the written articles by fathers Bernardo da Gallo and Lorenzo da Lucca. They witnessed all the events of the young woman until her tragic death in 1706.

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Note e Ricerche
Simbeni Alessandro
pp. 185-214
Il Lignum vitae sancti Francisci in due dipinti di primo Trecento a Padova e Verona
II.06.12.05

Sulla scia delle numerose tracce di lavoro proposte nel recente convegno tenutosi a Padova nel 2001 (L. Baggio - M. Benetazzo [a cura], 2Cultura, arte e committenza nella basilica di S. Antonio di Padova nel Trecento', Padova 2003), l’autore presenta uno studio sui frammenti pittorici, raffiguranti un 'Lignum vitae Christi' e un 'Lignum vitae sancti Francisci', che sopravvivono in un ambiente adiacente alla sala capitolare del convento di Sant’Antonio a Padova. Oltre alla proposta di identificazione delle superstiti scene francescane nei tondi del 'Lignum vitae sancti Francisci', l’autore analizza anche i frammenti del medesimo soggetto che si conserva nella navata della chiesa di San Fermo Maggiore a Verona. Questo studio, inoltre, indaga il significato iconografico e la funzione di questi dipinti, ritenuti tra gli esempi più significativi dello sperimentalismo che caratterizza la committenza artistica francescana al principio del XIV secolo. Si mettono in evidenza anche l’originaria funzione dell’ambiente del convento antoniano (definito dalle fonti 'capitulo parvo e parlatorio') e il suo stretto rapporto con la vicina sala del Capitolo. Nelle due stanze, infatti, si può riscontrare una stringente unitarietà progettuale dell’apparato decorativo e una ricerca sistematica di effetti illusionistici strutturali che consentono di rafforzare l’ipotesi della presenza di Giotto in questo prestigioso cantiere, in anni immediatamente precedenti la decorazione della cappella degli Scrovegni.

The author presents a study concerning some fragments of paintings, representing the 'Lignum vitae Christi' and the 'Lignum vitae sancti Francisci', which are in a room adjoining the Chapter Hall of the convent of Saint Anthony in Padua, following the indications suggested in a recent congress occured in Padua in 2001 (L. Baggio - M. Benetazzo [a cura], 'Cultura, arte e committenza nella basilica di S. Antonio di Padova nel Trecento', Padova 2003). Besides a proposal of identification of the remaining Franciscan stories in the medallions of the 'Lignum vitae sancti Francisci', the author also analyses the fragments of the same subject painted in the nave of the church of San Fermo Maggiore in Verona. This study, moreover, investigates the iconographical meaning of these paintings and their function, which are considered one of the most notable examples of experimentalism that characterizes the Franciscans’ artistic patronage in the early XIV century. It’s also pointed out the original function of this room of the convent (called 'capitulo parvo and parlatorio' by the documental sources) and its close relation with the adjoining Chapter Hall. In these two rooms, indeed, it’s possible to notice a cogent unity in the plan of paintings and a systematic research of illusionistic effects that allow to strenghten the hypothesis about the presence of Giotto in this prestigious edifice, in a period shortly before the decoration of the Scrovegni Chapel.

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Trevisan Luca
pp. 215-240
Contributo alla storia di San Lorenzo a Vicenza: ragioni e sviluppi di un restauro novecentesco
II.06.12.06

Soppressa al culto allo scadere del Settecento e destinata a servire all’annessa caserma finchè non venne riacquistata dal Comune nel 1839, la chiesa vicentina di San Lorenzo, già in cattivo stato di salute nel corso della seconda metà dell’Ottocento, si presentava agli albori del XX secolo in pessime condizioni, minacciando di crollare sulla strada attigua e sulla piazza antistante. Nel presente contributo, attraverso un’accurata disamina delle fonti documentarie - per lo più inedite -, s’indagano le motivazioni che resero improcrastinabile un radicale intervento di restauro, passando poi in rassegna l’andamento dei lavori che, dal 1904 al 1914, si svolsero tra frequenti difficoltà di carattere pratico e soprattutto economico. Al riguardo risulteranno pertanto illuminanti, fra l’altro, gli stati d’avanzamento dei lavori inviati dal Comune per ottenere contributi ministeriali, giacchè riassumono sia la continua necessità di sostegno finanziario per l’impresa, da un lato, sia il procedere delle operazioni di ripristino statico-strutturale dall’altro. Al termine di questi interventi, nel 1914, allorché il tempio venne riaperto per l’inaugurazione, alcune soluzioni decorative interne erano frattanto mutate, ma - quel che più importa - la statica dell’edificio era stata caparbiamente assicurata, scongiurando il paventato rischio di crollo che una decina d’anni avanti aveva imposto l’inizio dei lavori.

The Franciscan church dedicated to St. Laurence, already in bad conditions along the second half of the XIXth century, after it had been deconsecrated at the end of the XVIIIth century and destined to serve the joined barracks until it was required by the Administration of Vicenza and reconsecrated in 1839, was menacing to fall down on the adjacent road and square at the beginning of the XXth. This article will investigate, trough an accurate analysis of numerous inedited documents, the reasons why the beginning of a radical restoration was not further delayed. The progress of the works, that developed from 1904 to 1914 among recurring practical and financial difficulties, will be studied with particular reference to the 'state of advancement' documents, which were sent by the public Administration of the Town in order to obtain ministerial contributions. These papers, if properly examined, can outline on one side the continuous need of economical support for the works of restoration, and the development of the technical operations on the structure, on the other. At the end of these works, in 1914, when the church was opened once again for the inauguration, some decorative solutions of the interiors had meanwhile changed, but - what was more important - the statics of the building had obstinately been secured, avoiding the risk of a fall that just a decade before had urged for the beginning of the restoration.

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Gatti Isidoro Liberale
pp. 241-262
Una pagina di giurisdizionalismo veneto. La riforma dei Religiosi nella Serenissima Repubblica nel 1768
II.06.12.07

Nel XVIII secolo si imponeva in tutta Europa un sistema giuridico-politico (il 'giurisdizionalismo') che si prefiggeva di regolare le relazioni tra lo Stato e la Chiesa Cattolica assoggettando quest’ultima e le sue organizzazioni allo Stato onnipotente per diritto divino. Sebbene in una forma più moderata, anche Venezia praticò tale sistema nel caso di una unilaterale riforma degli Ordini religiosi, nel 1768, senza consultare Roma, parte interessata. Solo con la costituzione 'Gaudium et Spes' (7 dicembre 1965) del Concilio Vaticano II si raggiunse la formulazione pienamente matura e universale che la comunità politica e la Chiesa sono autonome nel proprio campo e al servizio delle stesse persone umane.

With 18th century all Europe had to adopt a new juridical-political system (which we may call 'jurisdictionalism'), aiming at regulating the relations between State and Catholic Church by subjecting the latter and its organizations to the State, omnipotent by a divine right. Although in a more moderate form, even Venice practiced such a system in the case of a unilateral reform of Religious Orders, in 1768, without consulting Rome, a concerned party. Only with 'Gaudium et Spes' (7th dec. 1965), promulgated by the Vatican Council II, we reach a formulation, fully mature and universal, according to which the political community and the Church are autonomous in their respective field and for the service of the same human persons.

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Kijas Zdzislaw J.
pp. 263-278
Riconciliazione e impegno al dialogo nel pensiero di Giovanni Paolo Il. Per una lettura francescana dello spirito di Assisi
II.06.12.08

Ad un anno di distanza dalla morte di Giovanni Paolo II viene riproposta una lettura del magistero di questo Papa nel dibattuto tema dello 'Spirito di Assisi' in cui tornò di frequente nei suoi numerosi viaggi nella città di San Francesco. Il filo che può legare tutto è lo stupore come atteggiamento interiore capace di generare continuamente relazioni riconciliate e il dialogo come incontro anche della diversità.

One year after the death of John Paul II this book re-presents a reading of the teachings of this Pope within the debated theme of the 'Spirit of Assisi', a topic to which he frequently referred back to in his numerous journeys to the city of St. Francis. The underlying theme is the astonishment seen as an inner attitude, capable of creating incessantly reconciled relationships and dialogue also as an encounter of diversity.

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Natta Enzo
pp. 279-284
Antonio 'guerriero di Dio'. A proposito di un recente film
II.06.12.09

La recente uscita sugli schermi cinematografici di un film, 'Antonio, guerriero di Dio', opera del regista Antonello Belluco, offre lo spunto per ricordare l’esiguità di film su Antonio, a differenza del più frequentato e avvincente personaggio quale è Francesco d’Assisi. Un’analisi critica sostanzialmente positiva in un genere agiografico trasferito nel film, di per sé non facile.

The recent release of the film 'Anthony, God’s warrior' in cinemas, a work by the director Antonello Bellucco, offers the opportunity for a critical evaluation of the movie itself. Unlike the more popular and captivating figure of Francis of Assisi, not many films have been dedicated to the Anthonian life, in spite of the popularity this character has gained. The author presents a substantially positive appraisal despite the difficult translation of the hagiographic genre into the cinematographic language.

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