Rivista XLIV (2004) - fasc. 1

Celebrazione del IV centenario della morte di P. Costanzo Porta OFMConv.
Massaro Maria Nevilla
pp. 9-11
Introduzione
II.04.1.01
Italiano
Zanotti Gino
pp. 13-20
Costanzo Porta: note biografiche
II.04.1.02

Il contributo offre una rapida panoramica della vita e della feconda attività di Costanzo Porta, attraverso notizie documentarie che testimoniano la sua fondamentale presenza nelle diverse sedi in cui operò, tra cui le cappelle musicali di Loreto, Ravenna e non ultime della cattedrale e della basilica di Sant’Antonio a Padova.

The present article deals with Costanzo Porta’s life and his fertile activity as a chapel-master in various Italian cities: in Loreto, Ravenna, and Padova, where he was the choir-master of both the Cathedral and the Basilica of St Anthony.

Italiano
Graciotti Riccardo
pp. 21-37
Gli anni osimani di Costanzo Porta: personaggi e vita musicale in una città della Marca d'Ancona nella seconda metà del Cinquecento
II.04.1.03

Costanzo Porta fu a Osimo dal 1552 al 1556 e dal 1562 al 1565. Il breve contributo ricostruisce gli aspetti principali dell’ambiente sociale e culturale cittadino in cui operò il musicista ponendo in relazione dati storici e notizie d’archivio. Il materiale analizzato permette di ottenere alcune ipotesi stimolanti rivolte ora a individuare le circostanze che potrebbero averne favorito l’arrivo a Osimo, ora a citare i personaggi con i quali si trovò a contatto, ora a considerare le possibili collaborazioni artistiche e gli eventuali contributi offerti alla vita musicale della piccola città marchigiana.

Costanzo Porta was in Osimo from 1552 to 1556 and from 1562 to 1565. The brief report recreates the main aspects of the cultural and social context of the town where the musician worked. From the relationship between historical data and documents found in the archives it is possible to arrive at some stirring hypothesis regarding the favourable circumstances that foster his arrival at Osimo, we can quote the people he got in contact with and consider the possible artistic collaboration and contribution in the field of music he gave when in Osimo, a little town in the Marches.

Italiano
Passadore Francesco
pp. 39-49
Costanzo Porta maestro di Cappella a Padova
II.04.1.04

Costanzo Porta trascorse una quindicina di anni a Padova, quale maestro di cappella del Santo (1565-1567, 1595-1601) e della Cattedrale (1589-1595), in diversi periodi della propria vita, che si intersecarono con servizi prestati presso altre cappelle (Loreto, Ravenna) o per celebrazioni di importanti ricorrenze legati all’ordine francescano cui apparteneva. La sua vita fu tutt’altro che tranquilla: funestata da spostamenti, gelosie dei colleghi, polemiche e diatribe con i superiori, sia per motivi artistici, sia per questioni di natura economica. La documentazione archivistica padovana testimonia con sufficiente dovizia le vicende umane, musicali e religiose del personaggio, che si imporrà quale uno dei più importanti musicisti dell’epoca posttridentina, lasciando una nutrita messe di raccolte di musiche a stampa, e manoscritte, per lo più di genere sacro.

Costanzo Porta spent altogether about fifteen years of his life in Padua, as the choir-master in the Basilica of St. Anthony (1565-1567, 1595-1601) and in the Cathedral, alternating those stayings with others in Loreto or Ravenna, or with other tasks connected with his belonging to the Franciscan order. His life was very hard: movings, the envy of his fellow-brothers, the controversies with his superiors, both for artistic and for economic reasons. The historical documents preserved in Padua testify in a very detailed manner the vicissitudes of Costanzo Porta, who was one of the most important musicians of the time following the Council of Trent, and who left a rich collection of printed and handwritten sacred music.

Italiano
Fabbri Paolo
pp. 51-64
La musica a Ravenna fino al secolo XVI. Origini e formazione della Cappella musicale del duomo
II.04.1.05

Grazie a una rilettura dei documenti noti, e all’integrazione di altri (inediti), il contributo ripensa e arricchisce la storia della cappella musicale arcivescovile di Ravenna nel Cinquecento: la fondazione su nuove basi, le finalità, le vicende dei suoi protagonisti (Costanzo Porta e la sua scuola in primo luogo). Vi vengono proposte anche le sporadiche notizie della vita musicale precedente, e di quella profana coeva.

The history of the 16th century music tradition in the archbishopric of Ravenna has been enriched by new, unpublished documents about the foundation of the choir, its purposes and the vicissitudes of some of its members (first of all Costanzo Porta and his school). The essay also points to sporadic pieces of information about the music tradition which preceeded the 16th century choir and about the contemporary secular music.

Italiano
Grimaldi Floriano
pp. 65-83
Costanzo Porta maestro della Cappella della Santa Casa di Loreto (1574-1580)
II.04.1.06

Costanzo Porta (Cremona 1525-Padova 1601), minore conventuale, studiò con A. Willaert. Maestro di coro a Osimo, direttore e spesso anche fondatore o riformatore delle Cappelle musicali in varie chiese d’Italia: cattedrale di Osimo (dal 1522 al 1564), basilica di Sant’Antonio di Padova (dal 3 gennaio 1565), chiesa cattedrale di Ravenna (1567-1574 e 1580-1585). Maestro di Cappella a Loreto dal 30 settembre 1574 al 30 giugno 1580, è di nuovo a Padova dal 1 aprile 1585 fino alla sua morte. Compose libri di messe, litanie, mottetti, madrigali e fu anche un valente teorico e direttore musicale.

Costanzo Porta (Cremona 1525-Padova 1601), a minor conventual, studied with A. Willaert. He was a choir-master in Osimo and the conductor, often also the founder or the reformer of the music-chapels of various churches in Italy: the cathedral in Osimo (from 1522 to 1564), the Basilica of St. Anthony in Padua (from January 3rd, 1565), the cathedral of Ravenna (1567-1574 and 1580-1585). He was the chapel-master in Loreto from September 30th, 1574 to June 30th, 1580. He was in Padua once again from April 1st, 1585 up to his death. He composed masses, litanies, mottettos and madrigals. He was also a talented music theorist and conductor.

Italiano
Baldassari Maria Luisa
pp. 85-91
Costanzo Porta: la scuola
II.04.1.07

Una parte non piccola dell’attività di Costanzo Porta consistette nell’insegnamento, impartito autonomamente o nei centri di studio collegati alle Cappelle musicali di cui fu maestro. L’interesse nei confronti dei suoi allievi, della loro formazione e del loro destino professionale fu tale che spesso Porta si trovò nella veste di “procacciatore di ingaggi” per i suoi pupilli, i quali d’altro canto si facevano un vanto del loro tirocinio presso il compositore. Studiando comparativamente i cataloghi delle pubblicazioni dei suoi allievi, che coprono un arco di cinquant’anni, possiamo tracciare attraverso di essi un quadro della evoluzione generale della composizione sacra del nord Italia. Tutti gli stili vi sono rappresentati, a partire dalla polifonia più classica per passare, negli ultimi due decenni del Cinquecento, alla policoralità e, in seguito, allo stile concertante alla "moderna", sia solistico che a più voci. Questo "excursus" non esclude alcuna novità musicale: Porta seppe addestrare i suoi allievi a essere sempre aggiornati rispetto ai mutamenti stilistici delle loro epoche. Questo, tuttavia, non significò abbandonare il contrappunto insegnato da Porta: esso rimase la base della formazione musicale, non più incluso regolarmente nelle pubblicazioni ma praticato, soprattutto a sostegno dell’improvvisazione. Per ciò che riguarda l’editoria, esaminando sempre le stampe di allievi di Porta troviamo che lo stile polifonico classico viene confinato in pubblicazioni per addetti ai lavori; come nel caso dei "Capricci a Sei Voci" di Balbi, oppure nelle opere di autori di rilevanza locale che desideravano manifestare la loro abilità di musicisti colti e preparati a un pubblico ristretto di dedicatari e protettori: è questo il caso di Pandolfo Zalamella.

Costanzo Porta’s main activity was teaching music, in particular in schools connected with the music-chapels of which he was the choir-master. He cared so much his pupils’ education and their professional training, that sometimes he also got them an engagement. On the other hand, they boasted their apprenticeship with the composer. The process of evolution of sacred music in northern Italy can be traced by comparing the catalogues of the compositions published by Costanzo Porta’s pupils in about 50 years. All the styles are represented, starting from the most classical polyphony, to polychoralism, in fashion in the last two decades of the 16th century, to the puzzling "alla moderna" style, both soloistic and polyphonic. Costanzo Porta wanted his pupils to be always up-to-dated with the new musical styles of their time. However, the old contrapunto remained at the base of Porta’s teaching and of his pupils’ training, in particular for improvisation. If we examine the printed works of Porta’s pupils, we can also note that classical polyphony was confined into publications for “insiders”: for example, “Capricci a sei voci” by Balbi, or compositions by local authors – such as Pandolfo Zalamella – who wished to show their skill to a narrow circle of patrons of the arts.

Italiano
Volontieri Enrico
pp. 93-142
Costanza Porta: tipologie d'impiego del materiale preesistente
II.04.1.08

L’autore passa in rassegna tutte le composizioni sacre di Costanzo Porta che presentano riferimenti a materiale monodico preesistente: centosessantasette antifone (per vespri), novantadue introiti, quaranta salmi, quarantadue inni, tredici mottetti e sei messe (nell’ordine in sei capitoli), cercando di mettere in evidenza le caratteristiche degli interventi che il compositore ha voluto o dovuto operare per trasformare il canto piano in "cantus firmus", per poi indagare anche sui vari rapporti possibili tra quest’ultimo e le altre parti della composizione (il più ragguardevole dei quali è il procedimento canonico attinente sia il "cantus firmus" che le altre parti in canone sopra il canto dato). Questi interventi hanno riguardato numero, altezza e durata di singole note come anche di intere frasi, hanno disposto della loro appartenenza modale e della loro organizzazione in funzione di cicli anche abbastanza ampi, specie in alcune messe che si collocano nel solco della grande tradizione isoritmica di Dufay e Josquin.

The author deals with Costanzo Porta’s sacred compositions which show reference to pre-existing monodies: 167 antiphons (for Vespers), 92 introits, 40 psalms, 42 hymns, 13 mottettoes, and 6 masses – in this order, in six chapters – and he tries to point out the variations introduced by the composer into the plain-chant to turn it to "cantus firmus". Such variations had to do with number, pitch and length of both every single note and whole phrases, and with their order into the composition of some masses.

Italiano
Casadei Turroni Monti Mauro
pp. 143-183
Il Proprium de Tempore del Graduale portuense (secoli XV-XVI) della Biblioteca Classense: studio liturgico-musicale
II.04.1.09

Seguendo l’orientamento attuale delle ricerche gregoriane, teso a estendere alle fonti umanistico-rinascimentali, questo saggio prende in considerazione il Graduale di Santa Maria in Porto di Ravenna (distribuito in quattro libri corali), precisandone il contesto storico-culturale e svolgendo un’analisi codicologica e liturgico-musicale, con particolare riferimento al "Proprium de Tempore". Da una parte è compilato il “calendario” (l’indice) di questa sezione del "Proprium Missae", dall’altra è svolta un’indagine paleografica della notazione quadrata. Ne risultano complessivamente caratteristiche locali rilevanti, soprattutto nella condotta melodica rispettosa dell’antica tradizione gregoriana che si inserisce entro una tendenza gregorianistica padano-veneta ‘osservata’, in linea con i criteri operativi di Francesco de Brugis per il Graduale giuntino edito a Venezia nel 1499-1500.

In this essay, the author deals with the Gradual of St. Maria in Porto in Ravenna – made up of four anthem books – conforming his study to the current trend of Gregorian research. He underlines the historical and cultural framework and he carries out an analysis of the codes and of music in liturgy, with particular reference to the "Proprium de Tempore". The index of this section of the "Proprium Missae" and a palaeographic investigation of the square notes are carried out. In this way, the author brings out the most remarkable local characteristics; in particular, he points out that the melody is respectful of the old Gregorian tradition, as it was developed by the Franciscan Observants in the Veneto area and along the Po river, in accordance with Francisco de Brugis’ criteria.

Italiano
Donella Valentino
pp. 185-202
La musica al Concilio di Trento (1545-1563)
II.04.1.10

Lo scopo del contributo è stato quello di indagare se e quanto del dibattito tridentino sulla musica di chiesa abbia toccato il compositore francescano Costanzo Porta. Una eventuale non facile risposta la daranno i suoi biografi ed esegeti. Intanto è importante ricordare quale fu il pensiero del Concilio di Trento, in quegli anni in cui l’arte polifonica stava toccando i più alti vertici ma contemporaneamente, per la complessità del linguaggio, suscitava interrogativi circa la sua reale efficacia sulla devozione dei fedeli. Ci furono vescovi che avrebbero desiderato un ritorno alla semplicità e comprensibilità del canto, assicurate dalla tradizionale monodia gregoriana. Il Concilio non ebbe il tempo di approfondire convenientemente il problema, che pure era sentito; si limitò a demandarlo ai concili locali e a proibire genericamente gli abusi e le profanità. Soprattutto non fu in grado di fornire una illuminante teologia della liturgia e del canto sacro; ciò condusse a un dopo concilio musicalmente avventuroso e libero. Salvo poche eccezioni, per tre secoli, musica e musicisti andarono praticamente a briglia sciolta, adeguandosi sistematicamente alle mode di turno.

The task of this essay has been to investigate whether and how the composer Costanzo Porta got involved in the debate carried on by the Council of Trent about sacred music. In those years, polyphonic music was at the top of its popularity but, at the same time, it was also considered difficult to understand – and therefore not so effective on the devotion of the believers. Some bishops preferred simple and comprehensible songs, whose tradition had been already rooted by the traditional Gregorian chants. Instead of trying to solve the problem, the Council remitted it to the local councils and generically prohibited misuse and profanity. They were also unable to provide enlightening rules for liturgy and music. This led to a time – about three centuries – in which both music and musicians adapted themselves to any kind of change in style.

Italiano
Note e Ricerche
Tozzi Ileana
pp. 203-207
Sant'Antonio di Padova nell'interpretazione pittorica di Vincenzo Manenti
II.04.1.11

La sentita devozione dei reatini a sant’Antonio di Padova ha prodotto durante i secoli molteplici opere di arte sacra che hanno contribuito a divulgare l’immagine del Taumaturgo. In particolare, un dipinto secentesco attualmente custodito presso il Palazzo Papale di Rieti raffigura sant’Antonio nell’atto proprio dell’oratore. Ne è autore Vincenzo Manenti, pittore che dominò la scena artistica sabina insieme con il padre Ascanio, grazie a una gradevole maniera, appresa a Roma alla scuola del Cavalier d’Arpino e del Domenichino.

The deep devotion of the people from Rieti for St Anthony of Padua was revealed during the past centuries through the many works of sacred art that they carried out, helping thus to spread the image of the Thaumaturge. A 17th-century painting now in the Pope’s Palace in Rieti portraits St Anthony while preaching. The author is Vincenzo Manenti, a painter who was very popular in the Sabina region at that time together with his father Ascanio. He had got his training in Rome, at the schools of Cavalier d’Arpino and Domenichino.

Italiano
Poppi Antonino
pp. 209-219
Un restauro biografico di Bonaventura Luchi (1700-1785) metafisico e biblista nello Studio di Padova
II.04.1.12

Alla luce di qualche nuovo documento d’archivio e della rilettura di qualche testo bibliografico trascurato vengono apportate alcune rettifiche o integrazioni circa la famiglia del Luchi, la data del suo dottorato in Teologia a Padova, il suo primo incarico d’insegnamento nel ginnasio di II classe di Verona e Vicenza, nonché la sua docenza universitaria patavina e qualche sua opera a stampa.

In the light of documents recently found in the Archives and by reading old bibliographies which had been neglected before, the author has been able to rectify or enrich with new pieces of information the history of Luchi’s family, the date of his doctoral dissertation in Theology at the University of Padua, his first appointment at the gymnasia of Verona and Vicenza, his University teaching in Padua and some of his printed works.

Italiano
Grado Giovanni Merlo
pp. 221-232
Questioni intorno al francescanesimo "compilativo" e "letterario"
II.04.1.13

L’autore discute di una recente pubblicazione di M.T. Dolso sulla "Chronica XXIV generalium", evidenziandone alcuni temi e problemi di valore generale nella storia dell’Ordine dei frati Minori fino al XIV secolo.

The author discuss about a recent pubblication of M.T. Dolso, the "Chronica XXIV generalium"; he points out some general themes and problems about the history of Minor friars until XIVth century.

Italiano
Matura Thaddée
pp. 233-242
Une nouvelle histoire de la famille franciscaine
II.04.1.14

a recente pubblicazione di un testo di storia del francescanesimo, dalle origini fino alla riforma cappuccina, che tiene conto e sintetizza le acquisizioni storiografiche dell’ultimo ventennio, offre all’autore la possibilità di presentare questo nuovo contributo della storiografia francescana, evidenziando gli aspetti particolari e innovativi.

The author submits to our attention the recent publication of a study on the history of Franciscanism – from its origins to the Capuchin reformation – which is based on the Franciscan historiography of the last twenty years. The author points out the particular aspects and innovations brought by the above-mentioned study.

Francese
Spina Christian
pp. 243-257
Oreste Da Molin e i bozzetti raffiguranti il Processo e il Martirio dei Gorcumiensi per la basilica del Santo a Padova
II.04.1.15

La nota ripercorre le tappe fondamentali della carriera di uno degli esponenti della pittura veneziana di fine Ottocento, Oreste Da Molin (Piove di Sacco 1856-1921). In particolare poi, grazie al ritrovamento di una serie di documenti presso l’Archivio Moderno della Veneranda Arca del Santo della Biblioteca Antoniana, è stato possibile ricostruire la vicenda relativa a un progetto di decorazione di una delle cappelle della basilica, da destinarsi alla nazione olandese, cui il pittore era stato chiamato a partecipare, fin dal 1902, mediante la presentazione di alcuni bozzetti aventi per soggetto le fasi salienti del martirio dei frati francescani di Gorcum. Di tali bozzetti, attualmente in collezione privata, che in seguito incontrarono il parere negativo delle autorità cui vennero sottoposti, sono stati forniti una scheda tecnica e un breve commento.

This short text is an attempt to present the fundamental stages of the career of Oreste Da Molin (Piove di Sacco 1856-1921), an exponent of Venetian art in the late 19th century. In particular, thanks to the finding of a series of documents in the Modern Archive of the Veneranda Arca del Santo of the Antonian Library, it has been possible to reconstruct the matter of a project for the decoration of one of the Basilica chapels to be dedicated to the Dutch nation. In 1902 the artist was invited to take part in the project by presenting some sketches about the salient points in the martyrdom of the people of Gorinchem. The sketches, now part of a private collection, met with a negative opinion on the part of the authorities who examined them. Here a technical data sheet has been provided, together with a brief comment.

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