Sinossi Agiografica Antoniana

L'Autore e il Centro Studi Antoniani hanno il piacere di mettere a disposizione degli studiosi, in formato pdf 2.5 MB, 2019

 

Valentino Strappazzon

SINOSSI AGIOGRAFICA ANTONIANA

- Assidua, Vita secunda, Dialogus, Benignitas, Raymundina, Rigaldina –

(1232 – 1310 c.)

Dall'introduzione dell'Autore
Una sinossi (dal greco syn, ‘con’ e opsis, ‘vista/sguardo’) offre, per definizione, la possibilità di abbracciare in uno sguardo unitario l’insieme di una o più opere che si riferiscono a un dato soggetto e di individuarne gli elementi di continuità e di discontinuità.
Nel caso dell’agiografia antoniana, ci troviamo di fronte a cinque biografie, composte tra la morte di frate Antonio (1231) e gli inizi del 300, cioè fino alla scomparsa dei primi testimoni diretti. Secondo la prima parola dell’opera o dal nome del presunto autore, esse sono denominate: Assidua, scritta da un Frate minore anonimo di Padova (1232); Vita Secunda o Juliana, di Giuliano da Spira, poeta e musico alla corte di Francia (c.1235); Benignitas, attribuita a frate John Peckam, maestro di teologia nello studium di Parigi, al convento del Santo (c. 1280); Raymundina, attribuita a frate Pierre-Raymond de Saint-Romain, lettore di teologia a Padova (di poco posteriore al 1293) e Rigaldina, di frate Jean Rigaud, originario di Limoges, provinciale di Provenza, penitenziere papale e vescovo di Tréguier (fine ‘200-inizi ‘300). A queste cinque biografie, scritte da testimoni o su relazione di testimonianze oculari, si deve aggiungere il Dialogus de gestis sanctorum fratrum Minorum, di frate Tommaso di Pavia (c. 1245). Scritta su ordine di frate Crescenzio da Iesi, ministro generale dell’Ordine (1244-1247), questa biografia propone alla venerazione dei confratelli le gesta di diciannove Frati Minori, tra i quali Antonio di Padova al quale sono dedicati diciannove capitoli, ove le vicende della vita del Santo sono intercalate con 10 dissertazioni di carattere teologico.
Com’è stato rilevato da M.T. Dolso nell'introduzione alle Fonti agiografiche dell’Ordine francescano, l’interesse di queste biografie è rappresentato dalla percezione di Antonio da parte delle generazioni eredi della sua opera apostolica, custodi della sua devozione e testimoni privilegiati della duplice evoluzione dell’Ordine francescano: quella interna che, dalla simplicitas delle prime comunità raccolte attorno a Francesco, si fa recettiva della sapientia di cui testimoniano i Frati della seconda generazione, inseriti, come gli altri ordini religiosi, nell’insegnamento della teologia, e si fa erede dell’impegno apostolico di Francesco; quella esterna che inserisce la fraternità francescana nell’azione della Chiesa contro l’eresia, la riforma del clero, il rinnovamento morale della società, secondo il programma del IV Concilio del Laterano (1215). Di questo passaggio, appunto, Antonio è “l’anello”, il testimone-chiave, riconosciuto anche da Francesco come colui che incarna scienza teologica e spirito di devozione e di preghiera, come lo domanda la Regola.
A causa di questa evoluzione, ciascuna delle sei biografie, scritte nel periodo di tempo che va dal 1232, composizione dell’Assidua, al 1310 circa, datazione della Rigaldina, (per i miracoli, fino alla prima metà del XV s, con Sicco Polentone) presenta l’immagine di Antonio recepita dagli autori nel contesto del loro tempo, espressa nei Prologhi, la formulazione dei titoli, la ripartizione dei capitoli, lo stile e il linguaggio dei singoli contenuti. Così, mentre l’autore padovano dell’Assidua si concentra sul rinnovamento spirituale operato da Antonio durante la grande Quaresima del marzo 1231 e sul ruolo di Padova “nuova Gerusalemme” che, attorno alla tomba del Santo “raduna i dispersi d’Israele” (Sal 146,2; Assidua, 26,1), pochi anni dopo, a Parigi, Giuliano da Spira metteva in parallelo la santità di Antonio con quella del suo maestro Francesco, evocato nella Vita sancti Francisci e nell’Officium rhythmicum. Nel 1280, l’universitario inglese, John Peckam, nella Benignitas, oltre a ricordare la ricca proliferazione dei miracoli del Santo, inseriva Antonio, predicatore e primo maestro dell’Ordine, nella grande corrente dei riformatori religiosi del suo tempo. Verso la fine del secolo, Pierre-Raymond de Saint-Romain, nella Raymundina, presentava un forte interesse per la formazione scolastica di Antonio e il suo insegnamento, come fedele seguace della Regola di Francesco e difensore dei Frati in un momento di crisi interna all’Ordine stesso; nella Rigaldina, Jean Rigaud si faceva cura di tramandare ai posteri le memorie raccolte da coloro che lo avevano conosciuto a Limoges e nel Sud della Francia. È appunto questa ricchezza d’immagini di Antonio che ci proponiamo di evidenziare attaverso una lettura in sinossi delle sei biografie, allo scopo di identificarne gli apporti originali e i debiti di ciascuna nei confronti dell’Assidua, considerata la fonte principale.

 

Recensione su Etudes Franciscaines 12 (2/2019)